sabato 30 gennaio 2010
Tutto su mia madre
Virzì dirige una commedia drammatica asciutta, che narra le vicende della famiglia Michelucci dagli anni Settanta agli Ottanta. Tutto il film ruota attorno ad una figura femminile di straordinaria vitalità.
Anna (Ramazzotti/Sandrelli) è una specie di sole nero che sembra assorbire l'energia e la vita dalle persone amate. Rovina la vita al marito troppo possessivo e geloso, rende depresso il figlio maggiore, Bruno (Mastandrea), mentre la figlia Valeria (Pandolfi) vive un matrimonio solo apparentemente soddisfacente, vittima anche lei di una madre troppo ingombrante. Bruno lascia Livorno per sfuggire ad una madre amata, ma insopportabilmente sregolata e imbarazzante, e trascina una grigia esistenza da insegnante e uomo triste. Sarà la sorella a riportarlo controvoglia nella città natale per riconciliarlo con la madre morente.
Costruito con una serie di flashback, il film è l'originale ritratto di una donna e una famiglia strampalata ma vera, nonché un affettuoso omaggio alla città del regista. Ben assortito il cast, con convincenti interpreti anche tra i giovani esordienti. Peccato che la Ramazzotti si senta in obbligo di imitare la Sandrelli (è l'Anna contemporanea) e che il pessimo suono in presa diretta faccia perdere un bel po' di battute.
La prima cosa bella (Italia, 2010)
Un film di Paolo Virzì.
Con Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi, Marco Messeri.
durata 116 min.
martedì 26 gennaio 2010
L'insostenibile pesantezza della vita
Ryan Bingham (George Clooney) ama viaggiare leggero. Sugli aerei e nella vita. Tutta la sua esistenza è costruita sul disimpegno e l'evitar di caricare "zavorra" nel metaforico zaino che adopera nelle sue conferenze motivazionali: niente casa, legami familiari, mogli, fidanzate, figli... Finché qualcosa irrompe nella sua esistenza "leggera" tra le nuvole. Nathalie, una giovane rampante neolaureata vuole rivoluzionare il suo (terribile) lavoro di "licenziatore" e renderlo ancora più squallido. L'incontro/scontro con lei produrrà effetti inaspettati nel tran tran aereo di Bingham. Per un attimo, forse, immaginerà una vita diversa e più convenzionale assieme ad Alex, affascinante donna in carriera, apparentemente la sua versione al femminile.
"Tra le nuvole" è un'amarissima e intelligente commedia (commedia?) sull'insostenibile pesantezza della vita, cucita addosso ad un ottimo George Clooney, immersa nella tragica realtà dell'attuale crisi economica americana. Battute brillanti, sceneggiatura ben oliata (premiata da un Golden Globe), coprotagoniste adeguate e niente happy end. Il finale rimane aperto su una possibile svolta esistenziale del protagonista, ma resta agli spettatori decidere in che direzione. Bel film, ma meno divertente di quel che lascia credere il trailer.
Up in The Air (USA, 2009)
Un film di Jason Reitman.
Con George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrick, Jason Bateman, Danny McBride.
Melanie Lynskey, Amy Morton, Sam Elliott, J. K. Simmons, Zach Galifianakis, Chris Lowell,
Durata 109 min
sabato 16 gennaio 2010
Mondo 3D, Storia 1D
E' sempre piuttosto deprimente per un amante della fantascienza vedere come viene (mal)trattata al cinema. C'erano grandi attese per "Avatar", ma c'è una grossa frattura tra l'altissima qualità delle immagini sintetiche – molto efficaci nell'immergerci in un mondo alieno – e la scarsità di una sceneggiatura prevedibile e a tratti imbarazzante. Tanto più le immagini sono lussureggianti, ricche, baroccamente meravigliose, tanto più le battute sono scarse e la trama usurata. "Avatar" è poco più di una fiaba fanta-ecologica in salsa new age.
Jake Sully, marine paraplegico, viene spedito su Pandora a convincere i Na'vi a farsi depredare le risorse planetarie da un'orda di umani ingordi capitalisti. Per farlo gli trasferiscono la coscienza in un avatar* dalle sembianze aliene, che avrà il compito di farsi accettare dai nativi e convincerli a non fare resistenza. Ma - imprevedibile colpo di scena - lui s'innamora della figlia del capo e - non ci credereste mai - manda a puttane il piano dell'orda di umani ingordi capitalisti. Insomma un plot dalla banalità imbarazzante, costruito con figure che più che personaggi sono funzioni narrative. Cameron non è stato mai un fine psicologo, ma ci ha regalato in passato degli ottimi film di genere. Pur dando la massima attenzione agli effetti speciali (lui proviene da quel reparto), non si è mai dimenticato della storia che narrava. E' evidente che tutto il baraccone di meraviglie di questo e dell'altro mondo non può sostenere da solo un film di due ore e quaranta. Al quarto albero che s'illumina come un neon, il pubblico si è già rotto le balle.
Il difetto più grave è che manca totalmente di epica, ingrediente fondamentale per narrare con un certo respiro lo scontro di civiltà, la comunione con la natura, il mito di Gaia, la venuta di un messia che salverà il popolo dei Na'vi. Insomma, tanta cura tridimensionale delle immagini meritava forse un uso più intelligente. Non pretendevo di vedere il "2001-Odissea nello spazio" del nuovo millennio, mi accontentavo già di qualcosa in più del primo "Terminator".
Nonostante questi difettucci il film ha un buon ritmo ed è piuttosto godibile per un pubblico senza troppe pretese. Ottimo (finalmente) l'uso del 3D e rivoluzionaria la qualità della CGI (immagini generate al computer).
*L'avatar è una specie di clone umano-alieno comandato a distanza con la mente. La parola è originaria della tradizione induista, nella quale ha il significato di incarnazione, di assunzione di un corpo fisico da parte di un dio (Avatar: "Colui che discende").
Avatar (USA / Gran Bretagna, 2009)
Un film di James Cameron.
Con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Michelle Rodriguez, Giovanni Ribisi,
Durata 162 min.
martedì 5 gennaio 2010
Solo i morti vedono la fine della guerra
Dramma familiare in tempi di guerra e gran film d'attori, "Brothers" è il remake all-stars di un'apprezzata pellicola danese del 2004 ("Brodre" di Susanne Bier, uscita in Italia con l'atroce titolo "Non desiderare la donna d'altri").
Diretto in modo asciutto dal regista irlandese Jim Sheridan, il film si avvale di un notevole tris di giovani e bravi attori (Natalie Portman, Tobey Maguire, Jake Gyllenhaal). Il plot resta lo stesso dell'originale danese, solo che qua la guerra è quella in Afghanistan.
Sam Cahill (Maguire) è il perfetto family man: amorevole padre di famiglia, marito innamorato, figlio perfetto e marine tutto d'un pezzo. Suo fratello Tommy (Gyllenhaal) è la pecora nera della famiglia: disprezzato dal padre, è un alcolista e un delinquente appena uscito di galera. Grace (Portman) è la splendida moglie di Sam – conosciuto al liceo, dove lei era una cheerleader – madre di due adorabili bambine.
Ma il dramma è in agguato e scompagina tutto. Sam parte in missione e viene dato per morto. L'inaffidabile fratello si redime e si occupa della famiglia. Sul più bello Sam ritorna a casa, ma non è più lui. L'atrocità della guerra l'ha cambiato per sempre.
"Brothers" ci mostra le ferite inflitte dalle dissennate scelte belliche americane dentro le famiglie rimaste in patria ad aspettare mariti e figli che tornano "morti" anche quando non sono in una bara. Generazione dopo generazione. Il padre di Sam e Tommy infatti è un reduce del Vietnam e loro – in modi diversi – ne hanno pagato le conseguenze. Il dolore causato dalla guerra non ha mai fine. Il messaggio pacifista del film appare piuttosto evidente: nessun uomo, per quanto addestrato, si può dire pronto per ammazzarne un altro senza pagarne le conseguenze.
Gyllenhaal è perfetto a fare il disadattato, Maguire è molto convincente quando dà di matto e la Portman è sia bella che brava. Le scene madri ad alto tasso emotivo si sprecano. Finale catartico ma senza un vero happy end.
Brothers (USA, 2009)
Un film di Jim Sheridan.
Con Natalie Portman, Tobey Maguire, Jake Gyllenhaal, Bailee Madison, Taylor Geare, Patrick Flueger, Sam Shepard, Mare Winningham, Clifton Collins Jr., Josh Berry, Carey Mulligan, Jenny Wade
Durata 108 min.
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