sabato 15 settembre 2012

Non svegliare l'alien che dorme

C'è un segno che ritorna in reperti di molte civiltà del passato, che sembra un invito ad andare a cercare il pianeta dei nostri creatori, dei misteriosi "ingegneri" alieni. Almeno questo è quello che crede la scienziata Elizabeth Shaw, che convince il magnate Weyland a finanziare una costosissima missione verso il remoto pianeta. Troverà il pianeta e pure gli alieni, belli come un dio greco, ma le cose non andranno come sperava.
Quel vecchio furbone di Ridley Scott confeziona un buon film di fantascienza, spettacolare, visivamente potente, disturbante e spaventoso e con una spruzzata di profondità filosofica che rieccheggia sia 2001 - Odissea nello spazio (il viaggio alla scoperta dell'origine della vita seguendo indizi alieni), sia Blade Runner (il rapporto tra creatura e creatore). Ci sono dei momenti di deja vu, quelli che rimandano ad Alien, ma la trama qui è più articolata e meno perfetta di quel capolavoro fanta-horror. La sceneggiatura ellittica non spiega sempre tutto (e va bene) ma ha il difetto di scivolare in troppe evitabili leggerezze, soprattutto nel tratteggiare alcuni personaggi secondari e in certi snodi narrativi. Colpa forse dello sceneggiatore Damon Lindelof (uno degli autori di Lost), che è più bravo a seminare enigmi che dare risposte coerenti.
Alien era un film da camera, compatto, efficace e senza grandi pretese se non quelle di terrorizzare gli spettatori, mentre questo pseudo-prequel ha grandi ambizioni. Ma alla fine le sequenze migliori sono proprio quelle che in qualche maniera rimandano alle atmosfere angoscianti del capostipite. Una su tutte è la scena dell'auto-aborto di Elizabeth, che vale da sola il prezzo del biglietto. Da ricordare pure tutta la performance di Michael Fassbender nel ruolo dell'ambiguo androide David che, con il suo volto impassibile e le sue azioni imperscrutabili, è di gran lunga il personaggio meglio riuscito del film.
A parte i difetti di sceneggiatura citati, il film coinvolge, spaventa e meraviglia e piacerà agli amanti del genere, a patto di non aspettarsi troppo. Credo che i rimandi alla saga di Alien alla fine siano più dannosi che utili al film e si capisce perché il regista non ami definire Prometheus un prequel. Tra l'altro, il mitico alieno bavoso di Giger appare per pochi secondi solo a film già finito, tanto che la scena sembra attaccata con lo sputo e aggiunta solo per preannunciare – forse – una ripresa della saga.

Prometheus (USA / Gran Bretagna, 2012)
Un film di Ridley Scott.
Con Noomi Rapace, Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris Elba, Logan Marshall-Green
Durata 124 min.

Un diavolo per capello

C'era una volta in Scozia una giovane principessa, orgogliosa e ribelle, che voleva sfuggire ad un matrimonio combinato dalla madre. Per evitarlo si rivolse ad una strega imbranata. Finì in grossi guai.
Nel nuovo progetto Pixar ci sono paesaggi sfolgoranti, ritmo sostenuto e una protagonista con una capigliatura che sarà stata un incubo per gli animatori, ma purtroppo è assente l'ingrediente fondamentale dei precedenti film: una storia che colpisca al cuore. La qualità tecnica è  – come sempre – elevatissima, la sceneggiatura brillante, ricca di gag divertenti e con una grande cura nella caratterizzazione dei personaggi (stupefacenti i passaggi espressivi della "mamma orsa" da umana a bestia, simpatici i tre fratellini terribili in stile Katzenjammer Kids). La trama però è un po' banalotta, con insegnamenti morali ovvi, quasi da vecchio cartone Disney, e comunque lontana anni luce dalla profondità e dalla poesia di Wall-E o di Up. Non un film brutto ma sicuramente un passo indietro rispetto ai capolavori sopraccitati.

Brave (USA, 2012)
Un film di Mark Andrews.
Con (voci originali) Reese Witherspoon, Emma Thompson, Billy Connolly, Julie Walters, Kevin McKidd.
Durata 93 min.

giovedì 13 settembre 2012

Sono gay sono gay

Piccola commedia italiana sul coming out che, partendo da uno spunto minimale e abbastanza ozpetekiano (il figlio gay che decide di rivelarsi durante una cena di famiglia), svolge il tema in maniera gradevole e piuttosto divertente.
Bravo il giovane protagonista Josafat Vagni (Mattia) e il resto del cast, che comprende Monica Guerritore e Ninni Bruschetta (i genitori), l'esilarante cognato Andrea Rivera e l'amico drag queen Francesco Montanari. Peccato solo che alcune figure di contorno risultino un po' artificiose e macchiettistiche (la peggiore è la nonna maniaca dell'igiene tipo Howard Hughes).
La narrazione in prima persona comprende dei flashback che ci raccontano vari episodi lungo la strada della presa di coscienza dell'essere gay di Mattia, fino all'arrivo del primo amore e del conseguente problema di dirlo alla famiglia. Il tono è sempre leggero e ironico ma il colpo di scena nel pre-finale scioglie i patemi del protagonista in modo un po' troppo ottimistico e svacca nell'happy ending più mieloso, che stona un po' con il resto del film. Forse ci voleva più di coraggio, comunque un ottimo film d'esordio, divertente e mai volgare.

Come non detto (Italia, 2012)
Un film di Ivan Silvestrini
Con Josafat Vagni, Monica Guerritore, Francesco Montanari, Ninni Bruschetta, Valentina Correani.
Durata 90 min.