martedì 28 ottobre 2008



"Tropic Thunder" è una riuscita presa in giro di Hollywood che gira film sul Viet Nam. Non è una parodia di questo vero e proprio sottogenere del film di guerra, ma si tratta più di cinema sul cinema, perciò finzione al quadrato. E inizia con una iperviolenta sequenza di battaglia, dove si spinge il pedale sull'effetto splatter e si strizza l'occhio a "Platoon", per scoprire alla fine che si tratta solo di un set cinematografico. Un po' come succedeva in una sequenza di "Professione pericolo", un altro film spettacolare sul rapporto tra realtà e finzione.
A questa sequenza si contrappone una successiva, dove gli attori si trovano di fronte alla morte vera e non la riconoscono. Ma per noi spettatori, sono finti sia i cadaveri della battaglia che quelli "veri".
"Tropic Thunder" dunque è un film più intelligente di quello che sembra, con dialoghi impagabili sul lavoro dell'attore e i meccanismi dell'industria di Hollywood (esemplare la lezione di Robert Downey Jr sul rapporto tra i film con ritardati e l'Academy Award). In più, la performance stupefacente di un irriconoscibile Tom Cruise vale da sola il prezzo del biglietto.
Attraversato da un humour nero e politicamente scorretto, riesce a divertire a più livelli, accontentando sia un pubblico di bocca buona (comicità fisica e battute sboccate) che quello più esigente (i già citati riferimenti al cinema sul cinema e i giochi di specchi tra realtà e finzione). Due orette di divertimento intelligente.

Tropic Thunder
Regia: Ben Stiller
Sceneggiatura: Ben Stiller, Justin Theroux, Etan Cohen
Attori: Robert Downey Jr., Ben Stiller, Jack Black, Jay Baruchel, Bill Hader, Brandon T. Jackson, Trieu Tran, Danny McBride, Steve Coogan, Brandon Soo Hoo, Reggie Lee, Matt Levin, Yvette Nicole Brown, Nick Nolte, Matthew McConaughey
Durata: 107 Min

sabato 25 ottobre 2008

Thank You for the Music


Alla fine sono andato a vedere Mamma Mia!, nonostante i trailer poco invitanti. Ho seguito il consiglio dell'amico Peter - grande fan degli Abba ed appassionato di musical - e mi sono deciso. Cosa dire? Indubbiamente è un film per donne, che parte in maniera un po' irritante (tutta questa euforia isterica per un matrimonio...) ma poi migliora grazie soprattutto alle canzoni degli Abba e alla presenza della Streep (stupefacente la sua interpretazione di "The Winner takes it all"). Il cast femminile è più convincente di quello maschile Ð il terzetto bolso e legnoso dei "tre padri possibili" Ð, la regia di Phyllida Lloyd (responsabile anche dell'allestimento teatrale) non è entusiasmante: scordatevi le pirotecniche invenzioni di Moulin Rouge o le invenzioni visive del notevole Across the Universe! Insomma 90 minuti di puro intrattenimento, senza chiedere troppo. Il pubblico femminile in sala (la stragrande maggioranza) apprezza, mia moglie canta e i pochi uomini presenti subiscono in silenzio. Del resto, alla fine ho pensato che poteva andare peggio visto che è 1) un musical ambientato su un isola greca da cartolina, 2) dove tutti i protagonisti sono anglofoni 3) intitolato con un espressione italiana 4) e con le canzoni del gruppo svedese tanto kitsch da diventare sublime. Insomma, siamo in una zona ai confini della porcata, evitata per poco.
Restano nell'aria delle domande: cosa c'entra la Grecia con gli Abba e tutti queste signore inglesi? Forse una risposta si trova nel geniale testo di Tommaso Labranca "Chaltron Hescon - Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo" (Einaudi, 1998):
"L'uso dell'espressione mamma mia per simboleggiare cialtronicamente l'Italia ha una storia lunga e interessante. Un bell'esempio è offerto da Bohemian Rapsody dei Queen (...) I quattro cantano un pezzo vagamente operistico e la patria del melodramma è l'Italia. Ora di sicuro, nessuno dei Queen avrà mai ascoltato un solo brano operistico (...), e così nella canzone vengono gorgheggiate solo tre espressioni vagamente italiane: Galileo, Mamma mia, Magnifico, le uniche tre espressioni ricollegabili all'ambito italico che albergavano nelle menti cialtrone dei Queen.
C'è poi anche Mamma mia del quartetto svedese Abba, ma qui siamo di fronte a un episodio ancora più grave di massimalismo cialtrone. (...) TaI John Tobler racconta che i quattro cantori svedesi, forse per accattivarsi i mercati latino-americani, avevano dato ad alcuni loro brani titoli spagnoli come Fernando, Hasta Mañana e Mamma mia. Ritiene cioè che l'espressione Mamma mia sia spagnola e non italiana. (...) Non ho difficoltà a trasferire questa iperconvinzione massimalista provocata da Stati confusionali (Spagna? Italia?) dal signor Tobler ai quattro simpatici scandinavi al cui confronto i Queen erano raffinati intellettuali, visto che almeno riuscivano a distinguere una lingua dall'altra." (pagg. 67-68)
Mamma mia! (USA, Gran Bretagna, Germania 2008)
Un film di Phyllida Lloyd.
Con Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Julie Walters, Dominic Cooper, Amanda Seyfried.
Durata 108 min.

mercoledì 22 ottobre 2008

Macchine con l'anima



La Pixar con Wall-E è ancora una volta un passo avanti a tutti. Non fa animazione, fa cinema, nel senso più alto del termine. Un film con pochi dialoghi – praticamente muto – dice molto di più di tanti recenti inutili "cartoni" parlatissimi. E riesce a infondere l'anima in vecchio un robottino sferragliante. Esemplare la scena nel pre-finale in cui Wall-E diventa per qualche minuto una macchina senz'anima, evidenziando il grande lavoro espressivo fatto fino a quel momento. Sono questi dettagli che rendono unici i film Pixar.

Wall-e (USA 2008)
Un film di Andrew Stanton.
Con le voci originali di Ben Burtt, Elissa Knight, Jeff Garlin, Sigourney Weaver, Fred Willard
Durata 97 min.