Alla fine sono andato a vedere Mamma Mia!, nonostante i trailer poco invitanti. Ho seguito il consiglio dell'amico Peter - grande fan degli Abba ed appassionato di musical - e mi sono deciso. Cosa dire? Indubbiamente è un film per donne, che parte in maniera un po' irritante (tutta questa euforia isterica per un matrimonio...) ma poi migliora grazie soprattutto alle canzoni degli Abba e alla presenza della Streep (stupefacente la sua interpretazione di "The Winner takes it all"). Il cast femminile è più convincente di quello maschile Ð il terzetto bolso e legnoso dei "tre padri possibili" Ð, la regia di Phyllida Lloyd (responsabile anche dell'allestimento teatrale) non è entusiasmante: scordatevi le pirotecniche invenzioni di Moulin Rouge o le invenzioni visive del notevole Across the Universe! Insomma 90 minuti di puro intrattenimento, senza chiedere troppo. Il pubblico femminile in sala (la stragrande maggioranza) apprezza, mia moglie canta e i pochi uomini presenti subiscono in silenzio. Del resto, alla fine ho pensato che poteva andare peggio visto che è 1) un musical ambientato su un isola greca da cartolina, 2) dove tutti i protagonisti sono anglofoni 3) intitolato con un espressione italiana 4) e con le canzoni del gruppo svedese tanto kitsch da diventare sublime. Insomma, siamo in una zona ai confini della porcata, evitata per poco.
Restano nell'aria delle domande: cosa c'entra la Grecia con gli Abba e tutti queste signore inglesi? Forse una risposta si trova nel geniale testo di Tommaso Labranca "Chaltron Hescon - Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo" (Einaudi, 1998):
"L'uso dell'espressione mamma mia per simboleggiare cialtronicamente l'Italia ha una storia lunga e interessante. Un bell'esempio è offerto da Bohemian Rapsody dei Queen (...) I quattro cantano un pezzo vagamente operistico e la patria del melodramma è l'Italia. Ora di sicuro, nessuno dei Queen avrà mai ascoltato un solo brano operistico (...), e così nella canzone vengono gorgheggiate solo tre espressioni vagamente italiane: Galileo, Mamma mia, Magnifico, le uniche tre espressioni ricollegabili all'ambito italico che albergavano nelle menti cialtrone dei Queen.Mamma mia! (USA, Gran Bretagna, Germania 2008)
C'è poi anche Mamma mia del quartetto svedese Abba, ma qui siamo di fronte a un episodio ancora più grave di massimalismo cialtrone. (...) TaI John Tobler racconta che i quattro cantori svedesi, forse per accattivarsi i mercati latino-americani, avevano dato ad alcuni loro brani titoli spagnoli come Fernando, Hasta Mañana e Mamma mia. Ritiene cioè che l'espressione Mamma mia sia spagnola e non italiana. (...) Non ho difficoltà a trasferire questa iperconvinzione massimalista provocata da Stati confusionali (Spagna? Italia?) dal signor Tobler ai quattro simpatici scandinavi al cui confronto i Queen erano raffinati intellettuali, visto che almeno riuscivano a distinguere una lingua dall'altra." (pagg. 67-68)
Un film di Phyllida Lloyd.
Con Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Julie Walters, Dominic Cooper, Amanda Seyfried.
Durata 108 min.