martedì 13 novembre 2012

Salvati dalla fantascienza

Teheran, 1979. Il popolo si rivolta, lo Scià scappa con la cassa negli USA e l'ambasciata americana viene assaltata e tutti gli occupanti presi in ostaggio. Tranne cinque, che si rifugiano in casa dell'ambasciatore canadese. Tony Mendez (Ben Affleck), agente della CIA, li deve riportare a casa. Lo fa con il piano più incredibile che si possa immaginare: spacciarli per una troupe di un film di fantascienza.
Argo è un solido e accurato film di storia contemporanea, dall'impianto tradizionale, che narra fatti veri senza diventare troppo didascalico ed evitando di semplificare troppo. Non nasconde le porcate della CIA in Iran e non dipinge i rivoltosi come degli stupidi fanatici, ma restituisce bene il clima di quegli anni, con una messa in scena eccellente, una sceneggiatura ben oliata e un ritmo serrato. Assolutamente strepitosa la prima parte hollywoodiana, con l'irresistibile coppia John Goodman & Alan Arkin, che si divide un fuoco di fila di battute sul mondo del cinema tra il sarcastico e il cinico.
Lo strampalato e geniale piano fa da contraltare alla maniacale determinazione con cui le Guardie della Rivoluzione si dedicano alla caccia all'americano (vedi la scena con i ragazzini che ricostruiscono striscia per striscia le foto del personale diplomatico finite nel tritatutto). E mentre dalla parte iraniana abbiamo manifestazioni di violenza spesso brutali, gli USA – almeno stavolta – non rispondono con le bombe, ma con la fantasia e senza spargimenti di sangue. Il nemico viene battuto dalla più formidabile macchina da guerra (culturale) americana: Hollywood.
Un film di intelligente intrattenimento firmato dal sempre più bravo Ben Affleck e prodotto da Clooney. Da vedere.

Argo (USA, 2012)
Un film di Ben Affleck.
Con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber.
Durata 120 min.

mercoledì 7 novembre 2012

Il passato non muore mai


Yokohama, 1963. Due liceali s'incontrano durante la lotta per salvare il Quartier Latin, un vecchio affascinante edificio sede di varie associazioni scolastiche, destinato alla demolizione. Tra la dolce Umi e il volitivo Shun nasce qualcosa, ma la rivelazione di un inaspettato segreto sul loro passato sconvolgerà le loro vite.
Il secondo lungometraggio di Miyazaki jr. è un elegiaco omaggio al Giappone di ieri, incentrato sull'importanza del rispetto per il passato, perfettamente simboleggiato dalla battaglia per salvare un fatiscente ma splendido palazzo dalla distruzione. È interessante notare come la lotta venga portata avanti dagli studenti, nell'apparente disinteresse del corpo docente. Questi giovani – nati nel dopoguerra – sembrano più interessati e rispettosi del passato che gli adulti e lo loro contestazione studentesca (che anticipa il '68) sembra diametralmente opposta a quella occidentale.
A questo tema s'intreccia quello intimo della tenera storia tra Umi e Shun, che attraversa tutto il film senza mai sbocciare veramente, una storia d'amore delicata, totalmente priva di tensioni sessuali, e che resta aperta nel finale.
Goro Miyazaki riproduce meticolosamente e con affettuosa nostalgia un Giappone che lui non ha mai visto (è nato nel 1967), perfettamente in linea con la consueta cura delle produzioni Ghibli. Però il film è più vicino a certi lavori "minori" dello Studio (come il delizioso I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondō) che ai capolavori di Miyazaki padre, privo com'è di qualsiasi slancio poetico e/o geniale. Per estimatori e amanti del Giappone.

La collina dei papaveri (Kokuriko-Zaka KaraGiappone, 2011)
Un film di Goro Miyazaki. 
Durata 91 min.

giovedì 1 novembre 2012

Chi muore si rivede

Bond muore prima dei titoli di testa, ma poi risorge per combattere la sua nemesi (l'ex-agente Silva), che ha sferrato un attacco al cuore dell'MI6.
Il nuovo episodio del reboot "adulto" del marchio 007 segna un ritorno in grande stile di Bond, dopo la parentesi noiosa e cervellotica di Quantum of Solace. C'è più azione, più profondità e umanità nei personaggi – a partire da un Bond sofferente e un po' in disarmo (come in Mai dire mai) – e una trama dagli echi da tragedia greca, incentrata sul triangolo Bond, Silva ed M, tutto morte, colpa, tradimento e vendetta. Raoul Silva (uno straordinario villain reso perfettamente da Javier Bardem) come 007,  ha pagato cara una decisione presa da M e torna per vendicarsi, mentre Bond "ritorna dalla morte" per soccorrerla. Entrambi sono due superstiti, due facce della stessa medaglia, due figli che M (come Medea) non ha avuto problemi a sacrificare. Il duetto tra Bond e Silva – con tanto di sottintesi omoreotici – da solo vale il biglietto e azzera anni di torture sadiche subite da 007 con stoicismo maschio.
Skyfall probabilmente è il film più ambizioso e più colto della nuova serie, grazie a una sceneggiatura efficiente, una fotografia splendida e la efficace regia di Sam Mendes, uno che non arriva dagli action-movies, ma da opere raffinate e intelligenti come American Beauty o Revolutionary Road.
Dunque un film maturo e visivamente ricercato (si vedano le futuristiche sequenze di Shanghai, quelle sull'isola fantasma e le scene finali, cupe e – coraggiosamente - al limite della visibilità, ambientate in Scozia), ma che non lesina né sul puro divertimento fracassone, né sugli affettuosi omaggi ai cliché della saga nel suo cinquantenario dalla nascita. Lunga vita a 007!

Skyfall (USA / Gran Bretagna, 2012)
Un film di Sam Mendes.
Con Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris.
Durata 143 min.