E' sempre piuttosto deprimente per un amante della fantascienza vedere come viene (mal)trattata al cinema. C'erano grandi attese per "Avatar", ma c'è una grossa frattura tra l'altissima qualità delle immagini sintetiche – molto efficaci nell'immergerci in un mondo alieno – e la scarsità di una sceneggiatura prevedibile e a tratti imbarazzante. Tanto più le immagini sono lussureggianti, ricche, baroccamente meravigliose, tanto più le battute sono scarse e la trama usurata. "Avatar" è poco più di una fiaba fanta-ecologica in salsa new age.
Jake Sully, marine paraplegico, viene spedito su Pandora a convincere i Na'vi a farsi depredare le risorse planetarie da un'orda di umani ingordi capitalisti. Per farlo gli trasferiscono la coscienza in un avatar* dalle sembianze aliene, che avrà il compito di farsi accettare dai nativi e convincerli a non fare resistenza. Ma - imprevedibile colpo di scena - lui s'innamora della figlia del capo e - non ci credereste mai - manda a puttane il piano dell'orda di umani ingordi capitalisti. Insomma un plot dalla banalità imbarazzante, costruito con figure che più che personaggi sono funzioni narrative. Cameron non è stato mai un fine psicologo, ma ci ha regalato in passato degli ottimi film di genere. Pur dando la massima attenzione agli effetti speciali (lui proviene da quel reparto), non si è mai dimenticato della storia che narrava. E' evidente che tutto il baraccone di meraviglie di questo e dell'altro mondo non può sostenere da solo un film di due ore e quaranta. Al quarto albero che s'illumina come un neon, il pubblico si è già rotto le balle.
Il difetto più grave è che manca totalmente di epica, ingrediente fondamentale per narrare con un certo respiro lo scontro di civiltà, la comunione con la natura, il mito di Gaia, la venuta di un messia che salverà il popolo dei Na'vi. Insomma, tanta cura tridimensionale delle immagini meritava forse un uso più intelligente. Non pretendevo di vedere il "2001-Odissea nello spazio" del nuovo millennio, mi accontentavo già di qualcosa in più del primo "Terminator".
Nonostante questi difettucci il film ha un buon ritmo ed è piuttosto godibile per un pubblico senza troppe pretese. Ottimo (finalmente) l'uso del 3D e rivoluzionaria la qualità della CGI (immagini generate al computer).
*L'avatar è una specie di clone umano-alieno comandato a distanza con la mente. La parola è originaria della tradizione induista, nella quale ha il significato di incarnazione, di assunzione di un corpo fisico da parte di un dio (Avatar: "Colui che discende").
Avatar (USA / Gran Bretagna, 2009)
Un film di James Cameron.
Con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Michelle Rodriguez, Giovanni Ribisi,
Durata 162 min.
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