L'indiano Piscine Molitor Patel (detto Pi) racconta la sua vita, e di come sia sopravvissuto ad un naufragio in compagnia di una tigre del Bengala, ad uno scrittore canadese.
L'affascinante romanzo di Yann Martel viene trasposto in modo puntuale da Ang Lee in un film che lo banalizza e, nonostante l'accurata messa in scena e la profusione di effetti speciali, non conquista l'anima dello spettatore. Arduo compito quello di raccontare per immagini un'affabulazione ricca di invenzioni, simboli e inverosimiglianze, che regge sulla carta ma molto meno sullo schermo. Per combattere la noia di mostrare un giovane e una tigre in mezzo all'oceano per gran parte del film, Lee riempie le sequenze di cieli pittorici, mari di specchio, tempeste spettacolari, luminescenze notturne, balene e pesci volanti, grandi sforzi visivi ma senza poesia. La grande fiaba allegorica di Martel viene sacrificata al dio della visione iperrealista, nuocendo irrimediabilmente alla sua anima delicata e fantastica. Forse era meglio farne un cartone animato.
Life of Pi (Cina / USA, 2012)
Un film di Ang Lee.
Con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Tabu, Rafe Spall, Gérard Depardieu.
Durata 127 min.