Pietro, un giovane con velleità d'attore, prende in affitto un appartamento infestato dai fantasmi di una compagnia teatrale scomparsa tragicamente nel 1943. Ha bisogno di un urgente trattamento sanitario obbligatorio oppure è tutto vero? Il film non dà una risposta esplicita ma, per alcuni indizi sparsi qua e là, io propendo per la prima ipotesi…
Un po' come l'Almodovar de La pelle che abito, Ozpetek rifà se stesso senza farsi mancare nulla: l'affascinante e popolare borgata romana, il gay, il travestito che parla per aforismi, i dolci, le tavole imbandite, l'amica un po' zoccola, il passato tragico che ritorna e via citando. Elio Germano è bravo a dare vita al suo personaggio di gay dolce e "disturbato", ma i personaggi di contorno sono tutti davvero poco credibili (e non sto parlando dei teatranti in abiti di scena che infestano la vecchia casa).
È vero che l'atmosfera teatrale – volutamente – permea tutto il film e che ci sono un bel po' di battute brillanti, ma alcuni dialoghi suonano piuttosto falsi, mentre la scena con la Badessa (Platinette), "il colonnello Kurz dei trans", è davvero insensata.
Ozpetek vola alto quando suggerisce che la compagnia fantasma rappresenti l'Italia antifascista (dimenticata in uno sgabuzzino), che è stata tradita – e poi rimossa – dall'Italia cinica e opportunista (incarnata dalla vecchia diva). La parola d'ordine della compagnia era finzione, ma quella di contrordine era realtà, ed è su questa che gli sfortunati attori volevano incidere con le loro azioni. Esattamente la cosa che non riesce a Ozpetek in questo film. Finzione, finzione!
Magnifica presenza (Italia, 2012)
Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Elio Germano, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Cem Yilmaz, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Platinette, Anna Proclemer.
Durata 105 min.