giovedì 29 ottobre 2009
L'irrefrenabile immaginario del signor Gilliam
Con Terry Gilliam il termine "regista visionario" trova un senso. Ma il pubblico che è accorso solo per vedere la salma del compianto Heath Ledger lo seguirà nelle sue scorribande ai confini dell'immaginazione? Spero che almeno qualcuno vada poi a recuperarsi gli altri film di questo straordinario autore.
"Parnassus" è un film disegnato più che scritto. E' pieno zeppo di sequenze bellissime, ha costumi splendidi, attori con le facce giuste e tutte le cianfrusaglie care al nostro regista. Le immagini realizzate in computer grafica non hanno pretesa di realismo e sembrano le versioni aggiornate digitalmente dei collages dell'epoca Monty Phyton o delle scenografie teatrali delle "Avventure del Barone di Münchausen".
Il suo punto debole è forse nella trama, che appare più che altro un pretesto per fantastici voli in sequenze surreali di grande impatto visivo. Ma è un difetto non da poco per un film che afferma l'importanza del raccontare delle storie per tenere in piedi l'universo.
Similmente a "Brazil" e al "Le avventure del Barone di Münchausen" (ma anche a "Tideland"), questo film è un monumento al potere salvifico della fantasia. E il millenario Parnassus (interpretato meravigliosamente da Christopher Plummer) non è altri che Terry Gilliam, che, con la sua fervida immaginazione, ci fa entrare in mondi meravigliosi o terribili, e come Don Chisciotte è sempre in lotta contro produttori cialtroni, mega set ingestibili, sfighe catastrofiche. Ora ha dovuto fronteggiare addirittura la morte del primo attore. Insomma, il simpatico diavolo del film (un perfetto Tom Waits) non è niente al confronto alla dura realtà combattuta in questi anni dal regista. Ma a Gilliam se gli danno limoni ne fa una limonata. Così, dopo la morte della star del suo film, invece di chiudere baracca, l'ha finito e adesso si ritrova in sala una pellicola che di star ne ha quattro (Ledger/Depp/Law/Farrell) al prezzo di una!
Sceneggiato dallo stesso Gilliam, con il fido Charles McKeown ("Brazil", "Le avventure del Barone di Münchausen"), e fotografato splendidamente dal nostro Nicola Pecorini, "Parnassus", nel bene e nel male è Gilliam al 200%: chi lo adora probabilmente amerà questo film, e tutti gli altri – quelli che hanno detestato "Brazil", per esempio – girino al largo. Per quanto mi riguarda, le opere di Gilliam sono uno dei motivi per cui vale la pena di vivere.
The Imaginarium of Doctor Parnassus (Francia, Canada 2009)
Un film di Terry Gilliam
Con Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law, Christopher Plummer.
Andrew Garfield, Verne Troyer, Lily Cole, Tom Waits, Cassandra Sawtell, Paloma Faith, Carrie Genzel, Michael Eklund, Simon Day, Johnny Harris, Richard Riddell
Durata 122 min
martedì 20 ottobre 2009
La più grande avventura è la vita
E' incredibile come la fucina creativa della Pixar riesca a sfornare ogni anno opere di altissima qualità. Dopo "Wall-e" - un film praticamente muto -, osa ancora e sorprende con le incredibili avventure di un ottuagenario. Nei primi minuti si racconta splendidamente un'intera esistenza e una grande storia d'amore. E si capisce subito che anche stavolta la Pixar è una spanna sopra tutti gli altri: si tratta di Cinema con la maiuscola, altroché intrattenimento per pargoli. Sceneggiatura di ferro, caratteri studiati con precisione millimetrica, personaggi stilizzati quanto basta (niente fastidioso iperrealismo), animazioni superbe, gag irresistibili (i cani parlanti, il duello da star wars della terza età...). Ma soprattutto idee. E' questa forse la differenza più evidente con gli altri cartoni digitali. Non lasciatevi ingannare dal trailer loffio: c'è molto, molto di più in questo film, soprattutto in profondità. "Up" è commovente, esilarante, fantastico. Capolavoro.
"Up" (USA 2009)
Un film di Pete Docter, Bob Peterson.
Animazione - Durata 104 min.
giovedì 15 ottobre 2009
Sesso droga e rock'n'roll
Elliot Theichberg, impacciato bravo ragazzo di campagna con velleità artistiche, si trova per caso – e per incoscienza – al centro dell'organizzazione di un evento epocale: il concerto di Woodstock nell'estate del 1969.
La storia che ci narra Ang Lee è più un romanzo di formazione che la cronaca di un avvenimento storico. Il concerto resta fuori campo, vediamo solo i retroscena organizzativi e la sua caotica "periferia". Il luogo dello spettacolo lo scorgiamo solo un attimo, da lontano, in una "stupefacente" ed emozionante scena, attraverso gli occhi del protagonista, fatto di acido.
Woodstock segna per sempre la vita del protagonista, che scopre la sua omosessualità e un rapporto più profondo con il padre.
Dopo due film "pesanti" come Brokeback Mountain e Lussuria, Ang Lee confeziona una deliziosa commedia dai ritmi lenti e dal sapore dolceamaro. Il film ritrae la fine di un'epoca, la massima espressione dell'utopia hippy, con split screen vintage, una splendida fotografia slavata e un cast perfetto (una citazione meritano l'inarrivabile Imelda Staunton – nel ruolo della terribile madre di Elliot – e un sorprendente Liev Schreiber). Vivamente consigliato.
Taking Woodstock (USA, 2009)
Un film di Ang Lee.
Con Demetri Martin, Dan Fogler, Henry Goodman, Jonathan Groff, Eugene Levy,
Jeffrey Dean Morgan, Imelda Staunton, Paul Dano, Kelli Garner, Mamie Gummer, Emile Hirsch, Liev Schreiber
Durata 121 min.
martedì 6 ottobre 2009
C'era una volta in Giappone...
Finalmente arrivano in sala (e poi in dvd) i film targati Ghibli (il mitico studio di Miyazaki & Takahata) mai visti prima in Italia. Si comincia con "Il mio vicino Tòtoro" del 1988, secondo lungometraggio realizzato dallo studio. Protagoniste della storia sono due sorelline nella magica campagna giapponese degli anni Cinquanta. L'assenza della madre – ricoverata in ospedale – viene surrogata da personaggi fantastici, abitanti dei boschi accanto alla casa, come il delizioso Totòro (divenuto in seguito il logo della Ghibli), molto popolare in patria. Il film è ambiguo nel passaggio tra la realtà e la fantasia, lasciando intendere che i momenti fantastici siano solo dei sogni delle giovani protagoniste.
Tòtoro è un film per bambini, ma nella seconda parte è pervaso da un senso di angoscia insolito per una pellicola del genere.
Grande attenzione per il paesaggio naturale, con splendidi gli sfondi e cura dei dettagli, mentre i personaggi sono meno elaborati di quelli delle sue opere più mature. Imperdibile il "gattobus", insopportabile il doppiaggio italiano delle due sorelle.
Tonari no Totoro (Giappone, 1988)
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Musiche: Joe Hisaishi
Durata: 93 min
C'era una volta in Francia
Si può girare un western pulp ambientato nella Francia occupata dai nazisti? Sì, se sei Tarantino. E sta volta Tarantino c'è tutto. "Bastardi senza gloria" non è un film di guerra, non ce n'è quasi traccia. E' invece proprio un western visto dalla parte degli indiani, con i nazisti invasori che subiscono le azioni di una tribù di ebrei guidata da Aldo "l'Apache". Lo si capisce fin dallo splendido inizio alla Sergio Leone (con omaggi a John Ford), dove presenta lo strepitoso "villain" colonello Landa (Christoph Waltz, giustamente premiato a Cannes), nazista cacciatore di ebrei.
Diviso in capitoli, ma dalla storia più lineare del solito, il film alterna riuscite sequenze di dialoghi – nella migliore tradizione del regista - con scene di violenza inaudita e molto molto pulp (non è un film per signorine), stemperate da un senso dell'umorismo piuttosto nero.
Non manca nel film l'amore appassionato di Tarantino per il cinema tutto, alto e basso, d'autore o di serie zeta, ma omaggi e citazioni sono così ben frullati e amalgamati da diventare qualcosa di nuovo e personalissimo: "Bastardi senza gloria" è cinema allo stato puro e ogni sequenza è girata in modo magistrale.
Coraggiosamente – anche in Italia - il film è parlato in tre lingue diverse. Da noi si perde la gag con Brad Pitt che fa l'italiano (nella versione italiana fa il siciliano, ma non funziona granché).
L'infernale scena nel pre-finale è una delle cose migliori immaginate e girate da Tarantino e non aggiungo altro.
Dopo alcuni sbrodolamenti dei film più recenti (lo stesso Kill Bill), Tarantino si riscatta e ci regala una delle sue opere più riuscite.
Inglourious Basterds (USA, Germania 2009)
Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Eli Roth, Michael Fassbender, Christoph Waltz, Diane Kruger.
Durata 160 min.
giovedì 1 ottobre 2009
Amarcord alla siciliana
Nonostante gli apprezzamenti del premier (la sua Medusa ha pagato il conto del set da kolossal), "Baarìa" non è un brutto film. E' un film tendente al nazional-popolare forse, d'impianto tradizionale (quei bei film d'un tempo che piacciono alle nonne), ma si lascia vedere piacevolmente. Tornatore è uno dei pochi registi italiani viventi in grado di pensare in grande e – soprattutto – di girare decentemente quello che ha pensato. E se si sorvola su certi momenti da "bignamino" di storia sicula o su alcuni simbolismi, il film è un riuscito affresco della città natale del regista.
Infatti la narrazione si sfalda in mille rivoli, tanti quanti sono i personaggi – ritratti magari per pochi secondi – e la vera protagonista resta sempre Bagheria. Meno oleografico di Nuovo Cinema Paradiso nel ritrarre la sua terra, questo film ha il tono lieve della commedia, anche davanti alla morte, con alcune virate nel grottesco (l'assessore all'urbanistica cieco!) e un retrogusto amaro per lo scempio causato dall'insensatezza umana ai luoghi dei suoi avi.
La galleria di comparsate all star distrae un po' il pubblico ma gli interpreti principali sono convincenti (come i due giovani esordienti protagonisti e uno straordinario Salvatore Ficarra). Se apprezzate il cinema di Tornatore, il film non vi deluderà, perché non manca nulla del suo consueto armamentario (gusto per il racconto popolare, derive fantastiche, straordinario controllo dei mezzi cinematografici, amore per il cinema del passato...) qui in grande spolvero.
Baarìa (Italia, Francia 2009)
Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Francesco Scianna, Margareth Madè, Nicole Grimaudo, Angela Molina, Lina Sastri, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Gaetano Aronica, Alfio Sorbello, Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Nino Frassica, Laura Chiatti, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Giorgio Faletti, Corrado Fortuna, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, Beppe Fiorello, Luigi Maria Burruano, Franco Scaldati, Aldo Baglio, Monica Bellucci, Donatella Finocchiaro, Marcello Mazzarella, Tony Sperandeo, Gabriele Lavia, Raoul Bova, Elena Russo, Sebastiano Lo Monaco
Durata 150 min.
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