martedì 30 dicembre 2008

Cartoni inanimati



Alla fine ho ceduto ai film di Natale. No, non ho visto Natale a Rio, come auspicato da certi amici di FB, ma Madagascar 2.
Il ritorno degli spigolosi animali dello zoo di NY in trasferta africana inizia bene ma si perde presto in dialoghi verbosi e momenti di noia. Le uniche gag divertenti sono quelle dei pinguini psicopatici (come nel primo episodio, del resto). Sfondi curatissimi e lussureggianti, colori smaglianti e alcune sequenze riuscite non salvano nel complesso un film inconcludente, che non entusiasma e lascia un po' freddini. Belli i titoli di coda.

Madagascar: Escape 2 Africa (USA 2008)
Un film di Eric Darnell, Tom McGrath.
Con le voci originali di Ben Stiller, Chris Rock, David Schwimmer, Jada Pinkett Smith, Sacha Baron Cohen, Alec Baldwin.
Durata 89 min.

I Like to Move It!

Cartoni inanimati

Alla fine ho ceduto ai film di Natale. No, non ho visto "Natale a Rio", come auspicato da certi amici di FB, ma "Madagascar 2". Il ritorno degli spigolosi animali dello zoo di NY in trasferta africana inizia bene ma si perde presto in dialoghi verbosi e momenti di noia. Le uniche gag divertenti sono quelle dei pinguini psicopatici (come nel primo episodio, del resto). Sfondi curatissimi e lussureggianti, colori smaglianti e alcune sequenze riuscite non salvano nel complesso un film inconcludente, che non entusiasma e lascia un po' freddini. Belli i titoli di coda.


I Like to Move It!
http://www.mymovies.it/cinemanews/2008/3796/

giovedì 18 dicembre 2008

Ultimatum a Hollywood



Un bolide sta per centrare la Terra. La difesa statunitense si allerta, chiamano i migliori scienziati del Paese che prevedono l'impatto a... Manhattan (dove se no?). Dopo che la difesa missilistica fa cilecca, i militari prendono gli scienziati e li portano in elicottero a... Manhattan! Ma sorpresa, non era un bolide. Era solo l'astronave ultimo modello di Klaatu, simpatico alieno (molto somigliante a Keanu Reeves) espressivo come un termosifone di ghisa. L'ET la parcheggia al Central Park, perché deve tenere un discorso ai capi della Terra giù all'ONU. I militari la pensano diversamente e, prima di chiedergli il passaporto, gli sparano (sono americani, che ci volete fare?). Ma la compassionevole astrobiologa Jennifer Connelly (per niente assomigliante a Margherita Hack) lo salverà dalle grinfie dell'intelligence, già pronta a spedirlo a Guantanamo.
Ennesimo remake di un classico di fantascienza, "Ultimatum alla Terra" è un film vecchio stampo, senza grandi invenzioni, ben confezionato ma un po' prevedibile nello svolgimento e con effetti speciali che non stupiscono nessuno. Se ne sentiva il bisogno? Sembra che a Hollywood gli sceneggiatori più originali e i registi più creativi lavorino tutti nelle serie tv: infatti una qualsiasi puntata di "Lost" è più avvincente di questo film.

The Day the Earth Stood Still.
Regia: Scott Derrickson
Sceneggiatura: David Scarpa
Musica: Tyler Bates
Interpreti: Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jaden Smith, John Cleese, Jon Hamm.
Kathy Bates, Brandon Jackson, James Hong, Aaron Douglas,
Durata 103 min.

martedì 16 dicembre 2008

Come Dio la manda



Piove a dirotto, sta per arrivare il Natale: è il momento di vedersi l'ultimo Salvatores. "Come Dio comanda" è un bel film cupo, notturno, piovoso, con personaggi terribili ma intriganti. Non sembra neanche un film italiano, per l'asciutezza con cui è girato. Sono lontani i tempi di "Mediterraneo" e le sue cazzate da esportazione, buone solo per gli Oscar. Questo film è più vicino a "Io non ho paura", non a caso altra pellicola tratta da Ammaniti. Storia quasi minimale: le (pessime) lezioni di vita impartite da un (pessimo) padre al proprio figlio adolescente. Alla fine il figlio finirà per credere che il genitore sia peggio di quel che sembra. Il nocciolo del film è proprio il toccante rapporto tra i due, che porta il figlio ad azioni atrocemente amorevoli, pur di proteggere il padre.
Come spesso accade nei film di Salvatores, uno dei protagonisti è il paesaggio (andatevi a rivedere "Turnè", uno dei miglior road movie italiani). Qui è il nord est tutto ciminiere fumanti che si stagliano su monti maestosi e freddi, letti sassosi di fiumi in secca, le tristi case dei paesi dormitorio dell'operoso Friuli. Un paesaggio bello come un dipinto sfregiato, che fa da contrappunto alle vicende dei protagonisti, anch'essi splendide mele marce. Occhio umido nel finale. Da vedere, se siete dell'umore giusto.

Regia: Gabriele Salvatores
Soggetto: Niccolò Ammaniti
Sceneggiatura: Antonio Manzini, Gabriele Salvatores
Musica: Mokadelic
Interpreti: Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco Mirandola.
Durata: 103 min.

Trovate un esauriente servizio sulle location di "Come Dio comanda" sul n. 16 di Zone di Cinema, il magazine della Friuli Venezia Giulia Film Commission:
http://www.fvgfilmcommission.com/index_home.html

mercoledì 10 dicembre 2008

La vita in un quiz



Passato lo sconcerto per la constatazione che "Chi vuol esser milionario?" è ormai un infestante televisivo globale (già nella trama del francese "Il mio migliore amico" di Patrice Leconte), ci si gusta un film perfetto, a partire dalla costruzione a flashback della triste storia di Jamal e Salim, orfani in un India splendida e terribile. La trama è scandita dalle domande del noto quiz. Ogni quesito ha una risposta esatta che il giovane Jamal trova in un episodio della sua vita. Il regista Danny Boyle usa questo espediente narrativo al meglio e anche la tenera storia d'amore tra Jamal e la splendida Latika non diventa mai troppo melensa nelle sue mani. Nonostante tutte le tragedie che colpiscono i protagonisti, il film scivola leggero e si esce di sala rasserenati da un finale lietamente bollywoodiano. Bella la colonna sonora di A.R. Rahman (di cui consiglio "Bombay Dreams"). Giudizio finale: una delle storie d'amore più romantiche dell'anno (senza pericolo di carie ai denti) e il perfetto film per Natale, altroché le vaccate che ci propineranno tra qualche giorno. Da non perdere.

The Millionaire (Slumdog Millionaire)
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Simon Beaufoy
Attori: Anil Kapoor, Dev Patel, Mia Drake
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Montaggio: Chris Dickens
Musiche: A.R. Rahman
Paese: Gran Bretagna, USA 2008
Durata: 120 Min

mercoledì 19 novembre 2008

Benvenuti tra i terroni



"Giù al nord" è una lieve – a tratti esile – commedia sui luoghi comuni e i pregiudizi verso la gente di una remota regione del profondo nord francese. Grande lavoro di adattamento e doppiaggio per un film basato al 90% sugli equivoci generati dalla parlata locale dei Ch'tis, resa con una lingua inventata di sana pianta (evitato così il doppiaggio criminale tipo "Shaolin soccers"). Gli interpreti sono simpatici, alcune gag buone, altre tirate un po' troppo per le lunghe, e c'è anche un debito con "Totò, Peppino e... la malafemmina" (segnalato dall'amico Rino) piuttosto evidente per noi italiani. Pregi? Alla fine si ride. Difetti? Tutte le scene più divertenti sono nel trailer! Resta da spiegare il clamoroso successo in patria (21 milioni di spettatori), e mi piacerebbe avere un parere dagli amici francesi di Facebook.

"Bienvenue chez les Ch'tis" (Francia 2007)
Regia di Dany Boon. Con Kad Mérad, Dany Boon, Zoé Félix, Philippe Duquesne, Line Renaud.
Durata 106 min.

martedì 11 novembre 2008

007 Casino totale



James Bond torna sempre meno ironico e più brutale in un film dalla trama complicata come il suo titolo. Si continua sulla strada inaugurata dal precedente, con un JB versione Craig più adulto e impegnato rispetto ai suoi predecessori. Purtroppo il risultato non è all'altezza delle aspettative dopo l'ottimo exploit di Casinò Royale. Forse per colpa del regista? L'autore de Il cacciatore di aquiloni, Finding Neverland - Un sogno per la vita e Monster's Ball non è proprio uno specialista di action movie. E qui in molte sequenze si rimpiange un regista di mestiere, che so, un John McTiernan, un Renny Harlin qualsiasi. Per esempio, nella sequenza senese la lotta tra JB e il cattivo di turno diventa un pasticcio incomprensibile a causa di un montaggio dissennato. E poi, al secondo montaggio alternato per aumentare il climax di un'azione, vien voglia di alzarsi in sala e gridare "Montaggio proibito!"
Se vi accontentate di qualche buona battuta, inseguimenti su qualsiasi mezzo di locomozione non animale (mancano solo il monopattino e la bici), un paio di belle fanciulle e la presenza della perfetta Judy Dench, potrebbe piacervi. Giudizio di mia moglie: "Troppo veloce. Non si vede bene Daniel Craig."

Quantum of Solace (USA, Gran Bretagna 2008)
Un film di Marc Forster.
Con Daniel Craig, Olga Kurylenko, Mathieu Amalric, Judi Dench, Giancarlo Giannini.
Durata 106 min. -

mercoledì 5 novembre 2008

Anarchy in the BRD



"Banda Baader-Meinhof" è uno di quei nomi che mi arriva dall'infanzia. Ne parlava mio zio – emigrato in Germania – e ricordo chiaramente che era opinione comune all'epoca che i suoi membri siamo stati "suicidati" in carcere. Così, con queste reminiscenze, sono andato a vedermi La Banda Baader Meinhof. Il film, asciutto e spettacolare quanto basta, ricostruisce la parabola di un gruppo di giovani tedeschi che voleva combattere l'imperialismo americano e i suoi sostenitori in patria. Non si perde troppo ad approfondire le psicologie dei suoi protagonisti: mostra quello che fanno, senza esprimere giudizi. Il personaggio di gran lunga più interessante e complesso è certamente quello di Ulrike Meinhof, intellettuale impegnata, nota giornalista (ma anche moglie e madre), che diviene complice nella liberazione (o meglio evasione) di Andreas Baaden. Un "salto" nella lotta armata clandestina che il regista mette in scena in maniera visivamente efficace. Così la Meinhof, persona intelligente e acuta, diventa l'ideologo del gruppo e stila i comunicati politici che seguono le azioni della RAF (Rote Armee Fraktion), questo il nome che il gruppo si sceglie. (Tra parentesi, le rivendicazioni sono corredate da tanto di logo, molto curato, altroché quello delle BR italiane). Ma per giustificare un atto violento e ingiustificabile come l'assassinio, la lucida Ulrike deve prima trasformare i "non uomini" i nemici da colpire: chi porta la divisa è un maiale, scrive in uno dei comunicati.
La pellicola mostra il "brodo di coltura" in cui nasce il gruppo, le proteste studentesche tra il 1967 e il 1968. Ed è piuttosto curioso constatare che i metodi della polizia spesso sono gli stessi in ogni tempo e luogo (estremisti di destra randellano gli studenti di sinistra, la polizia fa finta di niente e poi massacra di botte i manifestanti pacifici e disarmati) e crea dei corto circuiti con l'attualità. Le forze dell'ordine si riscattano nella figura del capo della polizia Horst Herold, che ben comprende le motivazioni del gruppo e la simpatia che raccoglie in molta gioventù tedesca. Solo così potrà combatterli efficacemente.
Il film di Edel, che ha lavorato ad Hollywood, è ben girato, fila via come una locomotiva e senza perdersi in inutili virtuosismi. Mescola abilmente fiction e spezzoni documentari (incrociando Munich di Spielberg nella sequenza dedicata all'attacco di Settembre Nero alle Olimpiadi del '72), e ricostruisce con gran dispendio di mezzi (e comparse) sia le scene di massa (assemblee e manifestazioni studentesche, il processo spettacolo alla banda) che le azioni sanguinose della RAF, senza risparmiare la ferocia e le conseguenze di tali atti.
E' inutile dire che tutti finiranno malissimo, senza riuscire a cambiare il mondo.

Der Baader Meinhof Komplex (Germania 2007)
Un film di Uli Edel
Con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Johanna Wokalek, Bruno Ganz, Jan Josef Liefers, Alexandra Maria Lara.
Durata: 149 min.

martedì 28 ottobre 2008



"Tropic Thunder" è una riuscita presa in giro di Hollywood che gira film sul Viet Nam. Non è una parodia di questo vero e proprio sottogenere del film di guerra, ma si tratta più di cinema sul cinema, perciò finzione al quadrato. E inizia con una iperviolenta sequenza di battaglia, dove si spinge il pedale sull'effetto splatter e si strizza l'occhio a "Platoon", per scoprire alla fine che si tratta solo di un set cinematografico. Un po' come succedeva in una sequenza di "Professione pericolo", un altro film spettacolare sul rapporto tra realtà e finzione.
A questa sequenza si contrappone una successiva, dove gli attori si trovano di fronte alla morte vera e non la riconoscono. Ma per noi spettatori, sono finti sia i cadaveri della battaglia che quelli "veri".
"Tropic Thunder" dunque è un film più intelligente di quello che sembra, con dialoghi impagabili sul lavoro dell'attore e i meccanismi dell'industria di Hollywood (esemplare la lezione di Robert Downey Jr sul rapporto tra i film con ritardati e l'Academy Award). In più, la performance stupefacente di un irriconoscibile Tom Cruise vale da sola il prezzo del biglietto.
Attraversato da un humour nero e politicamente scorretto, riesce a divertire a più livelli, accontentando sia un pubblico di bocca buona (comicità fisica e battute sboccate) che quello più esigente (i già citati riferimenti al cinema sul cinema e i giochi di specchi tra realtà e finzione). Due orette di divertimento intelligente.

Tropic Thunder
Regia: Ben Stiller
Sceneggiatura: Ben Stiller, Justin Theroux, Etan Cohen
Attori: Robert Downey Jr., Ben Stiller, Jack Black, Jay Baruchel, Bill Hader, Brandon T. Jackson, Trieu Tran, Danny McBride, Steve Coogan, Brandon Soo Hoo, Reggie Lee, Matt Levin, Yvette Nicole Brown, Nick Nolte, Matthew McConaughey
Durata: 107 Min

sabato 25 ottobre 2008

Thank You for the Music


Alla fine sono andato a vedere Mamma Mia!, nonostante i trailer poco invitanti. Ho seguito il consiglio dell'amico Peter - grande fan degli Abba ed appassionato di musical - e mi sono deciso. Cosa dire? Indubbiamente è un film per donne, che parte in maniera un po' irritante (tutta questa euforia isterica per un matrimonio...) ma poi migliora grazie soprattutto alle canzoni degli Abba e alla presenza della Streep (stupefacente la sua interpretazione di "The Winner takes it all"). Il cast femminile è più convincente di quello maschile Ð il terzetto bolso e legnoso dei "tre padri possibili" Ð, la regia di Phyllida Lloyd (responsabile anche dell'allestimento teatrale) non è entusiasmante: scordatevi le pirotecniche invenzioni di Moulin Rouge o le invenzioni visive del notevole Across the Universe! Insomma 90 minuti di puro intrattenimento, senza chiedere troppo. Il pubblico femminile in sala (la stragrande maggioranza) apprezza, mia moglie canta e i pochi uomini presenti subiscono in silenzio. Del resto, alla fine ho pensato che poteva andare peggio visto che è 1) un musical ambientato su un isola greca da cartolina, 2) dove tutti i protagonisti sono anglofoni 3) intitolato con un espressione italiana 4) e con le canzoni del gruppo svedese tanto kitsch da diventare sublime. Insomma, siamo in una zona ai confini della porcata, evitata per poco.
Restano nell'aria delle domande: cosa c'entra la Grecia con gli Abba e tutti queste signore inglesi? Forse una risposta si trova nel geniale testo di Tommaso Labranca "Chaltron Hescon - Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo" (Einaudi, 1998):
"L'uso dell'espressione mamma mia per simboleggiare cialtronicamente l'Italia ha una storia lunga e interessante. Un bell'esempio è offerto da Bohemian Rapsody dei Queen (...) I quattro cantano un pezzo vagamente operistico e la patria del melodramma è l'Italia. Ora di sicuro, nessuno dei Queen avrà mai ascoltato un solo brano operistico (...), e così nella canzone vengono gorgheggiate solo tre espressioni vagamente italiane: Galileo, Mamma mia, Magnifico, le uniche tre espressioni ricollegabili all'ambito italico che albergavano nelle menti cialtrone dei Queen.
C'è poi anche Mamma mia del quartetto svedese Abba, ma qui siamo di fronte a un episodio ancora più grave di massimalismo cialtrone. (...) TaI John Tobler racconta che i quattro cantori svedesi, forse per accattivarsi i mercati latino-americani, avevano dato ad alcuni loro brani titoli spagnoli come Fernando, Hasta Mañana e Mamma mia. Ritiene cioè che l'espressione Mamma mia sia spagnola e non italiana. (...) Non ho difficoltà a trasferire questa iperconvinzione massimalista provocata da Stati confusionali (Spagna? Italia?) dal signor Tobler ai quattro simpatici scandinavi al cui confronto i Queen erano raffinati intellettuali, visto che almeno riuscivano a distinguere una lingua dall'altra." (pagg. 67-68)
Mamma mia! (USA, Gran Bretagna, Germania 2008)
Un film di Phyllida Lloyd.
Con Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Julie Walters, Dominic Cooper, Amanda Seyfried.
Durata 108 min.

mercoledì 22 ottobre 2008

Macchine con l'anima



La Pixar con Wall-E è ancora una volta un passo avanti a tutti. Non fa animazione, fa cinema, nel senso più alto del termine. Un film con pochi dialoghi – praticamente muto – dice molto di più di tanti recenti inutili "cartoni" parlatissimi. E riesce a infondere l'anima in vecchio un robottino sferragliante. Esemplare la scena nel pre-finale in cui Wall-E diventa per qualche minuto una macchina senz'anima, evidenziando il grande lavoro espressivo fatto fino a quel momento. Sono questi dettagli che rendono unici i film Pixar.

Wall-e (USA 2008)
Un film di Andrew Stanton.
Con le voci originali di Ben Burtt, Elissa Knight, Jeff Garlin, Sigourney Weaver, Fred Willard
Durata 97 min.