martedì 29 settembre 2009

Metti l'alieno nel CPT



Film dalle tematiche più che attuali, "District 9" è un bel esempio di fantascienza sociale dalla sceneggiatura intelligente e originale. Immaginate un enorme astronave aliena che si parcheggia sopra una metropoli (qui è Johannesburg in Sudafrica, e non è un caso). Sembra l'inizio di "Independence Day", invece da questo spunto – visto troppe volte al cinema – il film prende tutta un'altra piega. Vent'anni dopo gli alieni sono tutti rinchiusi in un orrendo campo profughi alle porte della città. I governanti decidono di sfrattarli e trasferirli in un altro campo più lontano, perché la popolazione locale è esasperata dalla loro presenza. Non solo belli a vedersi e gli uomini li chiamano spregiativamente "gamberoni".
Girato come un finto reportage (stile "Redacted" di De Palma), con effetti speciali molto realistici, nonostante le riprese apparentemente dal vero (stile "Cloverfield"), il film è un'astuta riflessione sul tema del diverso. Qui gli alieni non sono invasori, sono solo poveri "migranti", e i veri mostri sono gli uomini che li trattano come bestie e li usano per raccapriccianti esperimenti medici in stile Mengele.
Non pensate che sia un film noioso. Invece è girato con un ritmo travolgente, ricco di scene d'azione, e con alcune sequenze disgustosamente sublimi. Finale aperto e inaspettatamente "poetico". Per una serata d'evasione intelligente.
Astenersi leghisti e fautori della Bossi-Fini.

District 9 (USA 2009)
Un film di Neill Blomkamp.
Con Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood, Marian Hooman.
Durata 112 min

lunedì 28 settembre 2009

Il regista che giocava col fuoco e restava scottato



Secondo capitolo della saga Millennium (da Stig Larsson), il film è firmato da Daniel Alfredson, fratello del regista dell'ottimo "Lasciami entrare" (Tomas Alfredson). Ma scordatevi quel piccolo gioiello: a parte l'ambientazione svedese, una fotografia sgranata e una luce livida non c'è altro che li accomuni.
L'intricatissima trama del libro è semplificata all'essenziale e già così è un casino. A forza di togliere si è perso qualcosa: il contesto sociale in cui si svolge l'azione (c'è del marcio in Svezia), ma soprattutto i rapporti tra i vari (molti) personaggi. Capita così che certi snodi narrativi non sono così chiari a chi non ha letto prima il romanzo. Lungi da me fare il solito sbaglio del raffronto romanzo/film: un film comunque è un'opera autonoma e deve stare in piedi sulle sue gambe, però...
Per esempio, Lisbeth Salander, il personaggio di gran lunga più riuscito di Larsson, sorta di donna-bambina fragile e violenta, geniale e quasi autistica, è una figura, tragica, potente, affascinante, complessa. Solo in parte la brava Noomi Rapace ce la restituisce e non per colpa sua. La psiche contorta di Lisbeth nel romanzo la conosciamo perché ne leggiamo i pensieri, ma nel film non c'è un idea visiva o di regia che ci racconti meglio questo personaggio. Così, spesso, Lisbeth sembra solo una ragazza stramba e lunatica.
Insomma, il primo capitolo (Uomini che odiano le donne) era quasi meglio, con quel suo disturbante catalogo di efferatezze in salsa scandinava (stupro, incesto, omicidio, assassinio seriale, spesso tutto in famiglia).
Questa seconda parte, incentrata sulla figura di Lisbeth e i fantasmi del suo passato, è solo un thriller crudo e teso, girato in modo secco e spesso efficace. Di sicuro è lontano anni luce dalle patinate produzioni hollywoodiane. Peccato che della trilogia di "Millennium" questo era il romanzo migliore e poteva ispirare un film molto più intrigante di quello che ho visto. Il terzo e ultimo capitolo esce in primavera, diretto - ahinoi - ancora da Alfredson. Consiglio un remake in formato serial, ma girato da gente che se ne intende.


"Flickan som lekte med elden" (Svezia 2009)
Un film di Daniel Alfredson.
Con Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Per Oscarsson, Lena Endre, Annika Hallin.
Durata 129 min. - VM 14