martedì 26 maggio 2015

Il futuro di ieri


Un'utopica città del futuro, un bambino geniale di ieri, un'altrettanto brillante ragazza di oggi e una strana bimba sono i protagonisti principali di questo sorprendente film per grandi e piccini, una fiaba contemporanea in perfetto stile Disney.
Brad Bird (autore di capolavori d'animazione come Il gigante di ferro, Gli Incredibili e Ratatouille) firma un riuscito omaggio all'idea positiva del futuro degli anni Sessanta, quella dell'Esposizione Universale di New York e dei parchi a tema di Walt Disney, molto ottimista e piena di speranza in un domani fantastico, mostrando  però anche il rovescio della medaglia. Costruisce tutto il film sullo scontro tra l'indole pessimista e negativa del ex-bambino prodigio divenuto un adulto cinico e disilluso e quella solare e ottimista della ragazza che è destinata a salvare il mondo.
Il film è girato in modo brillante, pieno di ritmo e di invenzioni narrative e visive, con non pochi ammiccamenti al mondo dei cartoon e soprattutto con un uso degli effetti speciali sensato e intelligente. Gli omaggi alla fantascienza di ieri si sprecano (da Jules Verne a Hugo Gernsback), come le strizzate d'occhio allo steampunk (tenete d'occhio la Tour Eiffel!) e all'universo di Star Wars (marchio acquisito dalla Disney), come si vede nella ipercinetica sequenza nel negozio di memorabilia (con tanto di uso improprio degli oggetti da collezione di Guerre Stellari).
Il regista non manca di sbeffeggiare pure un secolo di distopie letterarie, nonché la nostra assuefazione alle catastrofi: splendida in questo senso la sequenza a scuola con l'escalation di lezioni deprimenti, che la protagonista cerca invano di interrompere.
Insomma, tra tanti sequel, reboot e idee riciclate, finalmente un film originale, ben confezionato e divertente. Da vedere.

Tomorrowland - Il mondo di domani (Tomorrowland, USA, 2015)
Un film di Brad Bird.
Con Britt Robertson, George Clooney, Raffey Cassidy, Hugh Laurie, Kathryn Hahn, Judy Greer.
Durata 130 min.

sabato 23 maggio 2015

La grande giovinezza


Due amici in là con gli anni, il compositore in pensione Fred Ballinger e il regista hollywoodiano Mick Boyle, passano del tempo assieme in un esclusivo grand hotel nelle Alpi svizzere. Il primo spende apaticamente le giornate tra trattamenti rilassanti e check-up medici, il secondo lavora alla sceneggiatura del suo prossimo (e probabilmente ultimo) film. Un emissario della regina d'Inghilterra con un incarico importante e la figlia appena lasciata del marito, vengono a turbare la routine delle giornate di Ballinger.
Quello che doveva essere un piccolo e intimo film – secondo le parole del regista - è in realtà un'opera ambiziosa (al limite del pretenzioso), sostenuta da un quartetto d'attori di grande bravura, ricca di magnificenza visiva e accompagnata da una colonna sonora come sempre sorprendente. Insomma Youth è Sorrentino all'ennesima potenza, nel bene e nel male. Ci sono tutti i suoi pregi (grandissima cura visiva, attori scelti con attenzione sino all'ultima comparsa, battute fulminanti, grandi atmosfere, musica geniale) ma pure tutti i suoi difetti, qui più evidenti che mai, con i suoi dialoghi sentenziosi, pieni zeppi di aforismi, che tendono a indebolire i personaggi fino quasi a farli sembrare un po' falsi e senz'anima. Youth, pur essendo un bel film, sembra tendere spesso all'esercizio di stile: elegante, intelligente, spesso profondo, ma che manca di vera umanità ed empatia. Nonostante i temi affrontati siano di quelli tosti (il senso del futuro a ottanta anni, il rapporto con i figli, l'amore e i suoi rimpianti e poi il cinema, la musica, la passione…), il film lascia lo spettatore un po' freddo e scivola via senza lasciare traccia...
Però lo fa con grande bellezza, direi.

Youth - La giovinezza (Italia / Francia / Svizzera / Gran Bretagna, 2015)
Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda.
Durata 118 min.

venerdì 15 maggio 2015

Fiabe adulte


Una regina sterile partorirà solo dopo aver mangiato il cuore di un drago marino; un re s'innamora di una vecchia rapito solo dalla sua voce; un altro re, che alleva in segreto una pulce enorme, darà in sposa l'unica figlia ad un orco. Al centro di tutti e tre i racconti, figure femminili che devono fare i conti con i loro desideri (maternità, giovinezza, amore): tutte saranno in qualche modo esaudite, ma sempre a caro prezzo.
Tre fiabe nere e adulte, tratte da Lo cunto de li cunti di Basile, s'intrecciano nel film di Garrone, che, con un apparente scarto, passa da Reality al fantasy. I due film hanno in comune più di quel che sembra: Reality era una moderna fiaba sulla Nostra Italia dei Balocchi, mentre quest'ultima opera è piena degli echi di alcune ossessioni contemporanee (come il desiderio di apparire giovani o la maternità a tutti i costi).
Garrone realizza un film che è un inconsueto ibrido tra il cinema fantastico e quello d'autore, mettendo in scena le immaginifiche e barocche fiabe di Basile con mano ferma e uno stile controllato. È  pittorico, ma senza eccedere nel visionario, sfruttando con intelligenza meravigliose location naturali e architettoniche italiane. Nonostante il genere, Il racconto dei racconti è un film fortemente realistico nella messa in scena, con scelte di set quasi pasoliniane. Persino negli effetti speciali si prediligono i trucchi meccanici al posto dell'imperante CGI.
È un film che si prende i suoi tempi, privilegiando le immagini ai dialoghi e che spiazza continuamente lo spettatore con scarti narrativi imprevisti e spesso enigmatici. Garrone fa del cinema maiuscolo come pochi in Italia e affronta in modo personalissimo un genere per niente frequentato nel nostro Paese negli ultimi decenni. Audace.

Il racconto dei racconti - Tale of Tales (Italia / Francia / Gran Bretagna, 2015)
Un film di Matteo Garrone. 
Con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher. 
Durata 125 min.