lunedì 28 settembre 2009

Il regista che giocava col fuoco e restava scottato



Secondo capitolo della saga Millennium (da Stig Larsson), il film è firmato da Daniel Alfredson, fratello del regista dell'ottimo "Lasciami entrare" (Tomas Alfredson). Ma scordatevi quel piccolo gioiello: a parte l'ambientazione svedese, una fotografia sgranata e una luce livida non c'è altro che li accomuni.
L'intricatissima trama del libro è semplificata all'essenziale e già così è un casino. A forza di togliere si è perso qualcosa: il contesto sociale in cui si svolge l'azione (c'è del marcio in Svezia), ma soprattutto i rapporti tra i vari (molti) personaggi. Capita così che certi snodi narrativi non sono così chiari a chi non ha letto prima il romanzo. Lungi da me fare il solito sbaglio del raffronto romanzo/film: un film comunque è un'opera autonoma e deve stare in piedi sulle sue gambe, però...
Per esempio, Lisbeth Salander, il personaggio di gran lunga più riuscito di Larsson, sorta di donna-bambina fragile e violenta, geniale e quasi autistica, è una figura, tragica, potente, affascinante, complessa. Solo in parte la brava Noomi Rapace ce la restituisce e non per colpa sua. La psiche contorta di Lisbeth nel romanzo la conosciamo perché ne leggiamo i pensieri, ma nel film non c'è un idea visiva o di regia che ci racconti meglio questo personaggio. Così, spesso, Lisbeth sembra solo una ragazza stramba e lunatica.
Insomma, il primo capitolo (Uomini che odiano le donne) era quasi meglio, con quel suo disturbante catalogo di efferatezze in salsa scandinava (stupro, incesto, omicidio, assassinio seriale, spesso tutto in famiglia).
Questa seconda parte, incentrata sulla figura di Lisbeth e i fantasmi del suo passato, è solo un thriller crudo e teso, girato in modo secco e spesso efficace. Di sicuro è lontano anni luce dalle patinate produzioni hollywoodiane. Peccato che della trilogia di "Millennium" questo era il romanzo migliore e poteva ispirare un film molto più intrigante di quello che ho visto. Il terzo e ultimo capitolo esce in primavera, diretto - ahinoi - ancora da Alfredson. Consiglio un remake in formato serial, ma girato da gente che se ne intende.


"Flickan som lekte med elden" (Svezia 2009)
Un film di Daniel Alfredson.
Con Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Per Oscarsson, Lena Endre, Annika Hallin.
Durata 129 min. - VM 14

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