Secondo capitolo della trilogia creata da Suzanne Collins, La ragazza di fuoco segue la protagonista nelle vicende successive alla sua vittoria agli Hunger Games. Diventata – suo malgrado – un'eroina nazionale e un simbolo di speranza e riscatto per i distretti più poveri della federazione, Katniss causa più di un mal di pancia all'odioso Presidente Snow. Dopo averla blandita e minacciata inutilmente, Snow indirà un'edizione speciale dei Giochi solo per poterla screditare agli occhi dell'opinione pubblica e infine eliminarla. Ma le cose non andranno secondo i suoi piani: il capitolo finale (diviso in due film, come si usa ultimamente) è già in cantiere.
Rispetto al film che lo precede, questo secondo capitolo è più centrato sulle relazioni tra i protagonisti, approfondendo maggiormente il carattere di Katniss, ragazza tenace ma spaventata, eroina riluttante che poco a poco sta prendendo coscienza della sua forza, e giovane donna dalla vita sentimentalmente complicata. Inoltre viene delineato maggiormente il quadro politico e sociale, con il governo centrale fascista e oppressivo, la società decadente e opulenta di Capitol City in contrasto con le zone povere e depresse dei Distretti più remoti.
Il film in parte ripete lo schema del precedente, ma con sostanziali differenze per quanto riguarda i nuovi giochi: i partecipanti (tutti vincitori delle precedenti edizioni) sono poco entusiasti se non ostili all'idea di tornare nell'arena. La ribellione – come vedremo - serpeggia a tutti i livelli e porta i giocatori ad allearsi per sopravvivere e, soprattutto, per battere il vero nemico.
Nonostante il cambio di regia (Gary Ross qui è solo co-sceneggiatore), il film resta visivamente simile al precedente, ma il côte fantascientifico appare un po' più curato. C'è qualche piccolo ritocco nelle divise dei terribili Pacificatori (che bel nome orwelliano!), diventate decisamente anni Settanta, nell'architettura della capitale, che ora risulta un po' più verticale, e nei simulatori virtuali dei combattimenti. La fotografia ripropone i toni freddi e slavati nel Distretto 12, quelli più saturi nella capitale e nella lussureggiante area di gioco in stile Lost. Sempre strabilianti e fuori luogo le mise della svaporata Effie Trinket e i cangianti abiti da cerimonia della nostra eroina.
Le sequenze nell'arena, piena di trappole mortali (a dire il vero sempre più esagerate e improbabili), mantengono alta la tensione nell'ultima parte del film con una certa facilità, fino al pirotecnico colpo di scena finale, quando il teatro della finzione messo su per rincoglionire le masse, crolla letteralmente grazie all'indomabile Katniss.
Nel mettere in scena i giochi, il film gioca al rialzo rispetto al precedente, ma la parte più interessante è quella che li precede, con il suo lento accumulo di violenza, soprusi, ingiustizia e rabbia. E alla fine il percorso di consapevolezza di sé della nostra eroina è compiuto, come ci mostra l'ultimo primissimo piano sui suoi occhi fiammeggianti.
La ragazza di fuoco è puro intrattenimento, ben confezionato e ottimamente venduto. La cosa che stupisce di più è la capacità di trasformare delle tematiche che negli anni Settanta avrebbe prodotto un dignitoso film di fantascienza sociale, in un clamoroso franchising dagli incassi stratosferici. Segno dei tempi.
Hunger Games: La ragazza di fuoco (The Hunger Games: Catching Fire, USA 2013)
Un film di Francis Lawrence.
Con Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland.
Durata 146 min.
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