Il cinema neorealista prendeva gli attori dalla strada per raccontare l'Italia che usciva dalla guerra e da venti anni di fascismo. Reality, per narrare una nazione sotto le macerie di vent'anni di berlusconismo, il suo protagonista (straordinario) lo trova in galera. Quale migliore metafora per narrare la triste parabola del nostro Paese?
Il pescivendolo Luciano, spinto dalla famiglia, fa un provino per il Grande Fratello. Da quel momento non sarà più lo stesso, scivolando in una sorta di Truman Show al contrario.
Matteo Garrone narra in modo magistrale la discesa nella follia di un poveraccio napoletano, attratto dalle sirene della facile celebrità televisiva, che, una volta fallito il suo sogno di partecipare al reality, decide di viverlo a tutti i costi.
Il regista pedina i suoi personaggi tra sfarzosi matrimoni di cattivo gusto e fatiscenti sovraffollati appartamenti, senza giudicarli mai e senza renderli grotteschi. La messa in scena è sempre accurata (la splendida carrellata aerea d'apertura sulla carrozza, il virtuosistico piano sequenza nella piazzetta della pescheria) e le immagini raccontano di più dei dialoghi, che comunque non suonano mai artefatti, grazie ad un cast di straordinaria freschezza e bravura.
Reality è una boccata d'aria nuova per il nostro cinema e riesce a darci un impietoso ritratto dell'Italia contemporanea dove molti falliscono. Reality è anche una riflessione sull'essere e sull'apparire, su realtà e finzione, un apologo sulla perdita di qualsiasi capacità di costruirsi un futuro sano e duraturo, contrappuntato dalla splendida partitura fiabesca di Desplat (sempre in bilico tra Morricone e Elfman).
Matteo Garrone fa ben sperare per le sorti del moribondo cinema italiano. Gran Premio della Giuria all'ultimo Festival di Cannes. Da vedere (al cinema ovviamente).
Reality (Italia, 2012)
Un film di Matteo Garrone.
Con Aniello Arena, Loredana Simioli, Nando Paone, Graziella Marina, Nello Iorio. Durata 115 min.
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