domenica 25 settembre 2011
Lavori in pelle
Un chirurgo estetico (Robert Ledgard / Antonio Banderas) molto inventivo si vendica in modo originale di chi ha causato la morte della figlia.
Chi ha trovato il film precedente un esercizio di stile un po' sterile, apprezzerà ancor meno quest'ultima pellicola di Almodóvar.
È difficile dar torto a questi critici, perché in La pelle che abito il gioco estetico è ancor più evidente e fine a se stesso. La storia spesso sembra rieccheggiare quei simpatici film con Vincent Price nel ruolo del folle dottore vendicativo, ma i risvolti della trama – un passo oltre il grottesco – non aiutano ad appassionarsi alle vicende di personaggi sempre al limite della credibilità. E alla fine ci si chiede qual è il succo di quest'opera, piena di riferimenti all'arte visiva (dichiarato l'omaggio alle opere di Louise Bourgeois con l'esplicito parallelo tra le sue sculture e la creazione di un corpo nuovo), al mito di Frankenstein, al cinema almodovariano del passato, visivamente curata e stimolante, ma decisamente fredda e costruita a tavolino con precisione… chirurgica. La mutazione del personaggio centrale – carnefice involontario e vittima della follia del dottore Ledgard –, forse l'unico tema di un certo interesse nel film, è irrisolta, lacunosa, per non parlare del finale piuttosto frettoloso e discutibile. Un film bello da vedere ma poco emozionante.
La piel que habito (Spagna, 2011)
Un film di Pedro Almodóvar.
Con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Jan Cornet, Roberto Álamo
Durata 120 min.
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