Roma, 1943. Gli artisti di uno scalcinato circo cercano di sfuggire alla guerra ma finiscono in mano ai nazisti: il proprietario in quanto ebreo, gli altri perché dotati di poteri speciali. C’è un nazista che li vuole per formare un esercito di superuomini in grado di ribaltare le sorti del conflitto.
Con uno degli incipit più formidabili degli ultimi anni, Freaks out lascia il segno e apre una via poco praticata nel cinema italiano, giocando con intelligenza nel campo hollywoodiano dei blockbusters tutti effetti speciali e supereroi, reinventandolo in salsa nostrana. Ne esce un film poetico e ribaldo, zeppo di invenzioni e con un brillante riuso di stereotipi del genere. Il regista ci catapulta in un mondo fiammeggiante tra Fellini e gli X-men, a inseguire quattro outsiders che cercano un posto in cui sentirsi a casa dopo aver perso il fragile riparo del circo. A dare la caccia ai nostri fenomeni da baraccone, c’è Franz (Franz Rogowski), un mostro all’ennesima potenza, un nazista altrettanto freak (ha 12 dita e visioni del futuro), folle, frustrato e in fondo inadeguato più delle sue prede.
Il film è illuminato (a volte letteralmente) da Matilda, la ragazza elettrica, incarnata con mirabile efficacia da Aurora Giovinazzo. È la classica eroina riluttante, quella dall’animo più puro e dal potere più letale, che salverà la situazione, dopo un doloroso percorso di crescita, nell’apocalittico scontro finale.
Da vedere in sala, per riscoprire un cinema profondo e popolare pensato in grande stile.
Freaks Out (Italia, Belgio 2021)
Un film di Gabriele Mainetti.
Con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski,
Durata 141 min.
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