Margherita è una regista che sta girando un film su una fabbrica occupata, mentre sua madre sta lentamente morendo.
Nanni Moretti realizza un film intimista, che affronta in modo toccante e laico il tema della morte, lasciando a Margherita Buy il compito di incarnare il suo alter ego e ritagliando per sé solo una parte marginale come fratello della regista.
Il tema e il tono non è certo da commedia, ma l'atmosfera è più lieve de La stanza del figlio, che affrontava la morte e l'elaborazione del lutto in maniera molto più drammatica. I momenti più divertenti sono regalati da un istrionico John Turturro, star americana nel film di Margherita, con alcune gustose scene che stemperano un po' la cupezza della pellicola.
Moretti sembra voler prendere le distanze da certo cinema impegnato a tutti i costi e palesa ancora una volta la sua idiosincrasia per ogni tipo di retorica. E lo fa proprio con un film raccolto, privato, intimo, in cui la durezza dei tempi riecheggia solo attraverso la finzione (spesso sottolineata) del film nel film.
Il rapporto con la madre (un'ottima Giulia Lazzarini) viene raccontato attraverso ricordi, sogni e sequenze stranianti, che si confondono in modo ambiguo con la realtà, un percorso doloroso che la protagonista è costretta a fare prima di accettare l'ineluttabile. Finale splendidamente lapidario.
Mia madre (Italia, Francia, Germania, 2015)
Un film di Nanni Moretti
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini
Durata 106 min.
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