Pride è una di quelle deliziose commedie inglesi che riescono a parlare di argomenti tosti in modo intelligente e leggero. Siamo dalle parti di Grazie, signora Thachter (che trattava proprio dello sciopero dei minatori) o Kinky Boots (che faceva incontrare operai e drag queen), per citare alcuni esempi, tralasciando lo scontato Full Monty, uno dei più noti film di questo genere.
La trama mescola ad arte realtà e fiction, coinvolgendoci in una storia tanto stravagante quanto incredibilmente vera, dosando perfettamente battute fulminanti, canonici momenti di ballo gay e sequenze politicamente più impegnate, senza mai esagerare nelle dosi.
Nel piccolo villaggio minerario gallese saranno le donne – come spesso accade - l'avanguardia più aperta all'aiuto offerto dall'eccentrico gruppo autonominatosi LGSM (Lesbians and Gays Support The Miners), convincendo i rudi e imbarazzati minatori ad accettare il sostegno di questa compagine "di pervertiti". Non tutto andrà sempre per il verso giusto e alla fine - come è noto - i minatori perderanno la loro battaglia. Però nel finale saranno proprio i minatori a restituire il favore, aprendo a sorpresa il corteo del Gay Pride di Londra nel 1985. E sarà grazie al potente sindacato dei minatori che il Partito Laburista da lì a poco inserirà nel proprio programma il tema dei diritti gay.
Pride non ha pretese né di essere un film impegnato, né un film d'autore, ma fa eccellentemente il suo lavoro, sostenuto da una buona sceneggiatura (non priva di qualche cliché), con dialoghi brillanti e un manipolo di attori perfetti, tra i quali spiccano il bravo Bill Nighy e un'irresistibile Imelda Staunton. Vivamente consigliato.
Pride (Gran Bretagna, 2014)
Un film di Matthew Warchus.
Con Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay.
Durata 120 min.
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