Yokohama, 1963. Due liceali s'incontrano durante la lotta per salvare il Quartier Latin, un vecchio affascinante edificio sede di varie associazioni scolastiche, destinato alla demolizione. Tra la dolce Umi e il volitivo Shun nasce qualcosa, ma la rivelazione di un inaspettato segreto sul loro passato sconvolgerà le loro vite.
Il secondo lungometraggio di Miyazaki jr. è un elegiaco omaggio al Giappone di ieri, incentrato sull'importanza del rispetto per il passato, perfettamente simboleggiato dalla battaglia per salvare un fatiscente ma splendido palazzo dalla distruzione. È interessante notare come la lotta venga portata avanti dagli studenti, nell'apparente disinteresse del corpo docente. Questi giovani – nati nel dopoguerra – sembrano più interessati e rispettosi del passato che gli adulti e lo loro contestazione studentesca (che anticipa il '68) sembra diametralmente opposta a quella occidentale.
A questo tema s'intreccia quello intimo della tenera storia tra Umi e Shun, che attraversa tutto il film senza mai sbocciare veramente, una storia d'amore delicata, totalmente priva di tensioni sessuali, e che resta aperta nel finale.
Goro Miyazaki riproduce meticolosamente e con affettuosa nostalgia un Giappone che lui non ha mai visto (è nato nel 1967), perfettamente in linea con la consueta cura delle produzioni Ghibli. Però il film è più vicino a certi lavori "minori" dello Studio (come il delizioso I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondō) che ai capolavori di Miyazaki padre, privo com'è di qualsiasi slancio poetico e/o geniale. Per estimatori e amanti del Giappone.
La collina dei papaveri (Kokuriko-Zaka Kara, Giappone, 2011)
Un film di Goro Miyazaki.
Durata 91 min.
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