sabato 17 marzo 2012

Le mine ignoranti di fronte

Pietro, un giovane con velleità d'attore, prende in affitto un appartamento infestato dai fantasmi di una compagnia teatrale scomparsa tragicamente nel 1943. Ha bisogno di un urgente trattamento sanitario obbligatorio oppure è tutto vero? Il film non dà una risposta esplicita ma, per alcuni indizi sparsi qua e là, io propendo per la prima ipotesi…
Un po' come l'Almodovar de La pelle che abito, Ozpetek rifà se stesso senza farsi mancare nulla: l'affascinante e popolare borgata romana, il gay, il travestito che parla per aforismi, i dolci, le tavole imbandite, l'amica un po' zoccola, il passato tragico che ritorna e via citando. Elio Germano è bravo a dare vita al suo personaggio di gay dolce e "disturbato", ma i personaggi di contorno sono tutti davvero poco credibili (e non sto parlando dei teatranti in abiti di scena che infestano la vecchia casa).
È vero che l'atmosfera teatrale – volutamente – permea tutto il film e che ci sono un bel po' di battute brillanti, ma alcuni dialoghi suonano piuttosto falsi, mentre la scena con la Badessa (Platinette), "il colonnello Kurz dei trans", è davvero insensata.
Ozpetek vola alto quando suggerisce che la compagnia fantasma rappresenti l'Italia antifascista (dimenticata in uno sgabuzzino), che è stata tradita – e poi rimossa –  dall'Italia cinica e opportunista (incarnata dalla vecchia diva). La parola d'ordine della compagnia era finzione, ma quella di contrordine era realtà, ed è su questa che gli sfortunati attori volevano incidere con le loro azioni. Esattamente la cosa che non riesce a Ozpetek in questo film. Finzione, finzione!

Magnifica presenza (Italia, 2012)
Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Elio Germano, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Cem Yilmaz, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Platinette, Anna Proclemer.
Durata 105 min.

2 commenti:

  1. Leggo la tua interessante recensione e provo a dire la mia. A me il film è piaciuto molto ed è diventato - almeno a caldo - tra i miei preferiti di Ozpetek. L'ho trovato molto divertente, mai noioso, originale per la storia che racconta. E poi molto ben recitato: ho letto qualche critica che dice che Germano non era adatto al ruolo. Non sono per niente d'accordo! Germano è perfetto ed il suo personaggio è ben costruito e credibilissimo.
    L'unica cosa che si potrebbe effettivamente rimproverare è che Ozpetek abbia voluto mettere un po' troppa carne al fuoco inserendo temi come la guerra, la resistenza, il risorgimento, il teatro... mescolando un po' troppe cose. Ma non arriverei a criticare l'utilizzo di personaggi o situazioni che sono abituali nei suoi film... sennò, secondo me, non sarebbe Ozpetek. Non l'ho trovato ripetitivo: la storia è secondo me originale, pur essendo costellata dei personaggi e dei temi cari al regista. Ma come potrebbe essere altrimenti? Ozpetek ci mette quello che gli sta a cuore. Questo può piacere o no. A me piace!
    Devo dire poi che non sono d'accordo con te quando sostieni che le cosiddette "presenze" sarebbero il frutto della mente malata del protagonista. Questo è smentito da un sacco di elementi ed è un'interpretazione che non ho trovato da nessun'altra parte. Come farebbe a conoscere la parola d'ordine che poi viene riconosciuta dalla vecchia attrice (interpretata da Anna Proclemer)? E' chiaro secondo me che il ragazzo, arrivato dalla lontana Sicilia (più che per coronare il suo sogno di attore) per riuscire ad incontrare l'aiuto regista che è diventato una sua personale ossessione, solo e un po' emarginato rispetto al mondo che lo circonda, addirittura con l'hobby della raccolta delle figurine!, ha talmente bisogno di una "famiglia", di affetti, di qualcuno che lo capisca, che arriva a vedere quelle "presenze" che altri non vedono. Quindi le presenze sono vere... D'altra parte se non fosse così la storia perderebbe di senso. Diventerebbe il racconto del delirio di un pazzoide. Almeno su questo punto dovresti ricrederti! Poi il film può piacere oppure no...

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    1. Ozpetek dà ai suoi fan quello che si aspettano. Non voglio colpevolizzarlo per questo, ma alla lunga diventa un po' prevedibile uno che rifà sempre lo stesso film ("personaggi e dei temi cari al regista" dici tu). Poverino, lui ha provato strade più coraggiose in passato, ma non se l'è filato nessuno. Perciò adesso va sul sicuro. Personalmente non l'ho trovato molto coinvolgente e invece mi è sembrato fastidiosamente artificioso: per questo non mi ha particolarmente entusiasmato.
      La battuta (cattiva) sulla sanità del protagonista l'ho fatta per spiegarmi certe scelte di sceneggiatura che potevano essere giustificate dal "delirio" di Pietro. Ovviamente non credo a questa lettura della trama. Purtroppo i fantasmi e tutto il resto ci sono sul serio (ma soprattutto tutto il resto...).
      Detto ciò, non penso che il film sia da buttare e posso capire che piaccia, perché Germano è bravo e Ozpetek i film li sa girare bene.

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