venerdì 6 ottobre 2017
Gli androidi ricordano cavallini elettrici?
In una Los Angeles – se possibile – peggiore di quella lasciata nel film precedente, l’Agente K è un blade runner, un cacciatore di vecchi modelli di replicanti messi fuori legge. Lui stesso è un androide, ma di ultima generazione, e si trova coinvolto in un’indagine dagli esiti esplosivi per il precario equilibrio sociale di un mondo ormai al collasso. La sua ricerca della verità sarà anche un viaggio alla scoperta di se stesso, tra ricordi impiantati, sogni di umanità e il desiderio di trovare un padre.
Dare un seguito al film culto, praticamente perfetto, di Ridley Scott è un’impresa sconsiderata, ma così funziona il cinema oggi… Il vecchio Ridley, dopo aver riportato nelle sale il suo Alien, ci prova con uno dei film di fantascienza più influenti del secolo scorso, ma questa volta lascia il timone al "giovane" Dennis Villeneuve (Arrival).
Detto questo, il talentuoso regista canadese riesce a realizzare un film personale, cannibalizzando l’universo del capostipite e piegandolo alla sua visione, regalandoci una pellicola dai toni spettacolarmente crepuscolari, malinconici, a volte struggenti. L’agente K (nome kafkiano per il laconico protagonista) finisce in una storia più grande di lui e perde il suo smalto da soldatino perfetto per ritrovare – o illudersi di ritrovare – un scintillio di umanità. In perfetto stile dickiano, realtà e illusione si confondono. Così, impeccabili donne virtuali si fondono con donne reali per amoreggiare con androidi che pensano di essere umani. Il ricordo impiantato di un cavallino nascosto da bambino, porta il cacciatore di replicanti, che non è stato mai bambino, a ritrovare il suo giocattolo perduto. Un creatore cieco che vuole salvare l’umanità, crede al miracolo di una concezione impossibile: un figlio nato da replicanti, l’uomo nuovo. E infine c’è Deckart, il vecchio blade runner, nascosto per trent’anni in una spettrale Las Vegas, in compagnia di un cane e dell’ologramma di Elvis, motore nascosto della trama del film e pedina, a sua volta, del gioco degli dei.
Magnificamente fotografato dal grande Roger Deakins, Blade Runner 2049, è un film lento e avvolgente, intriso di una decadente tristezza, in un mondo di macchine terribilmente consapevoli di sé e di un’umanità irrimediabilmente perduta. Chi ha amato il primo, non lo disdegnerà.
Blade Runner 2049 (USA, 2017)
Regia di Denis Villeneuve.
Con Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright, Dave Bautista, Jared Leto
Durata 152 min.
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