Una trama che è un canovaccio per infilare numeri musicali strepitosi alternati a disastrosi inseguimenti per le strade di Chicago, questa in sintesi la ricetta di uno dei film più riusciti di John Landis. Recensire un cult come The Blues Brothers a 30 anni dalla sua prima uscita in sala può sembrare superfluo, ma in questi giorni è tornato nei cinema per i cento anni dell'Universal, e molti - me compreso - lo hanno visto per la prima volta sul grande schermo. Nonostante lo conosca a memoria per gli innumerevoli passaggi in tv, vederlo al cinema mi ha fatto comprendere meglio come mai in questi tre decenni è diventato un cult movie. E solo una visione in sala permette di apprezzare la qualità di un film, che, come in molte opere d'arte, sta nei dettagli, piccole sfumature che sul piccolo schermo passano innosservate. Come la cura geometrica con cui Landis presenta il personaggio di Jake (John Belushi) mentre esce dal carcere o la sua apparizione messianica sul portone con l'alba alle spalle che è già puro Cinema (e tutto prima dei titoli di testa!). Cito poi, un po' a caso, l'incontro con la"pinguina", tutto grandangoli e inquadrature fortemente scorciate, gli inseguimenti in soggettiva lungo le vie di Chicago e il parossistico accumulo di autopattuglie che si accatastano come in un opera di Arman. Questo, e mille altri piccoli gioielli di messa in scena, battute impagabili e coreografie perfette, contribuiscono a fare di The Blues Brothers un capolavoro senza tempo, da vedere e rivedere. E si comprende perché il vero Cinema si vede in sala e non in tv o su pc, magari scaricato dal web in bassa qualità. Purtroppo di vero Cinema non c'è ne molto in giro ultimamente e si merita tutta la pirateria che lo affligge.
The Blues Brothers (USA, 1980)
Un film di John Landis.
Dan Aykroyd, John Belushi, Kathleen Freeman, James Brown, Henry Gibson
Carrie Fisher, Cab Calloway, Ray Charles, John Candy, Aretha Franklin
Durata 133 min.
Da segnalare la scena della fuga dall'ufficio della Pinguina, con l'attacco sul pianerottolo e la caduta di Jake lungo la scala che riproducono visivamente l'omicidio del detective Arbogast da parte di mamma Bates in Psycho
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