martedì 13 aprile 2010

Le armi di distrazione


Bagdad, 2003: Roy Miller (Matt Damon) comanda una delle squadre che hanno il compito di trovare le famigerate armi di distruzione di massa di Saddam. Non le trova da nessuna parte e comincia a insospettirsi. Che non ci siano?
L'inglese Paul Greengrass gira un film adrenalinico, tutto sparatorie, esplosioni e macchina a mano a rincorrer soldati, in cui innesta un tema della storia più recente: la balla delle armi di Saddam come giustificazione per invadere l'Iraq. In mezzo a questa folle baraonda troviamo infidi funzionari di Washington, pericolosi reparti speciali, agenti della CIA che non sanno più che pesci pigliare, giornalisti un po' troppo embedded, governi fantoccio, torture e iracheni patriottici.
Mentre nel film si spiega molto bene il castello di fandonie costruito per giustificare l'azione bellica, si tralascia il discorso su cui prodest la guerra irachena (vale a dire alla solita cricca di amici di Bush). Comunque colpisce vedere trattati questi temi in un film mainstream, godibile ma meno incisivo rispetto alle potenzialità della vergognosa vicenda raccontata. Insomma si sente l'aria di Obama, ma senza esagerare.
Se le riprese sono concitate e sporche, il montaggio ritmatissimo, la sceneggiatura invece è un po' schematica, con personaggi buoni e cattivi ben delineati (e ben distribuiti tra americani e iracheni) e il finale un po' moscio. Green Zone è un buon film di genere, anche se in conclusione lascia un po' di legittime domande senza risposta. Intelligentemente bellico.

Green Zone (Gran Bretagna, USA, Francia, Spagna, 2010)
Un film di Paul Greengrass.
Con Matt Damon, Greg Kinnear, Brendan Gleeson, Khalid Abdalla, Amy Ryan.
Durata 115 min.

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