mercoledì 9 ottobre 2024

Come ti ammazzo il Joker



Cinque anni dopo quel capolavoro che è Joker, il regista azzarda un secondo capitolo e, decidendo di non ripetersi, scarta di lato, costruendo un film ancora più cupo e deprimente, al limite dell’esercizio d’autore. Come già il primo, è lontano anni luce dal genere, c’è ben poca azione e la trama è piuttosto esile. Arthur Fleck è rinchiuso ad Arkham dove un giorno incontra Lee (Lady GaGa), di cui si innamora follemente. Intanto inizia il suo processo, in una baraonda mediatica e tra le proteste in piazza dei seguaci di Joker, alter ego malvagio da cui Arthur sembra volersi allontanare; il conflitto viene reso esplicito nel breve cartone animato in stile Looney Tunes che apre il film.
La via di fuga da una realtà terribile e da un destino ineluttabile è la musica, che apre geniali squarci da musical rendendo il film un oggetto inclassificabile. Si può dire che proprio le performance di Lady GaGa e Joaquin Phoenix (che esibisce notevoli doti canore) salvano il film da una certa stanchezza. L’uso delle canzoni è astuto, talmente ben inserito nella trama, che il contesto porta a nuove e inedite chiavi di lettura dei versi dei grandi classici reinterpretati dai due protagonisti.
La performance di Phoenix è – come sempre – sbalorditiva, la confezione del film curatissima e la colonna sonora davvero notevole (musiche originali di Hildur Guðnadóttir, premiata con l’Oscar proprio per Joker).
Però sembra che il vero intento degli autori (Silver e Phillips) sia stato la completa demolizione del successo precedente: volevate un Joker 2? Eccovi accontentati, ma alle nostre condizioni. Risultato: un catastrofico flop al botteghino.
Non si prevede un Joker 3.

Joker - Folie À Deux (USA, 2024)

Un film di Todd Phillips. 

Con Joaquin Phoenix, Lady GaGa, Brendan Gleeson, Catherine Keener.

Durata 138 min.

giovedì 29 febbraio 2024

Lawrence d'Arrakis



Nella seconda parte del monumentale romanzo di Frank Herbert, il nostro eroe Paul Atreides non sfugge al suo destino, trasformandosi nel tanto atteso mahdi che guiderà i fieri popoli Fremen a riconquistare il loro pianeta, come vuole un'antica profezia.
L'atteso seguito di Dune procede sulla strada del precedente, con tutti i suoi pregi e difetti. Forse il punto più debole è un protagonista non molto convincente per il ruolo complesso del giovane rampollo aristocratico che diventa guida della ribellione dei popoli del deserto come fosse un novello Lawrence d'Arabia. Pur di mantenere un buon ritmo, il film a volte accelera troppo e rallenta forse dove non dovrebbe. Il cuore di questa parte della storia dovrebbe essere la dolorosa presa di coscienza del protagonista che invece viene rappresentata, a mio avviso, in modo troppo sbrigativo.
Di buono c'è una messa in scena sontuosa, una grande attenzione nella costruzione delle inquadrature, nelle scelte cromatiche (calde e sature per Arrakis, fredde e grigie per Giedi Prime), tanta più azione e, finalmente, si vedono i famosi vermi delle sabbie. Ottimo il sound design e un pelino meno molesta la colonna sonora di Hans Zimmer, qui più a supporto dell'azione che nel precedente (ci sono anche dei momenti di silenzio!).
Il finale un po' sospeso lascia lo spazio a infiniti possibili sequel. Del resto il ciclo di Dune consta di ben sei romanzi, di materiale ce n'è.
Ma alla fine ci si pone la domanda se si poteva fare un adattamento meno prolisso (320 minuti in tutto!) di questo capolavoro della fantascienza senza tradirlo, quesito che credo resterà senza risposta. Il romanzo di Herbert, denso e profondo, offre tanti temi e Denis Villeneuve e il suo sceneggiatore ne hanno sviluppati solo alcuni, dando la preferenza a quelli più adatti al cinema, che sono forse quelli meno interessanti. C'è da dire che purtroppo alcune delle idee miglior della saga di Dune le aveva già rubate Lucas per i suoi Star Wars. Perciò è arduo fare Dune al cinema senza che gli spettatori pensino che stai plagiando il lavoro del vecchio George. 
Resta il fatto che il romanzo è intriso dello spirito del suo tempo, gli anni Sessanta. Mi chiedo se si poteva trasportalo meglio negli anni Venti del XXI secolo con una lettura nuova e intelligente, magari proprio tradendolo un po'.

Dune: Parte 2 (Dune: Part Two, USA, Canada 2024)
Un film di Denis Villeneuve.
Con Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Austin Butler, Florence Pugh, Dave Bautista, Christopher Walken, Stephen McKinley Henderson, Léa Seydoux, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Javier Bardem, Anya Taylor-Joy
Durata 166 min. 

giovedì 1 febbraio 2024

"Formidable!"



Bella Baxter è una donna letteralmente col cervello di una bambina, risultato di un folle esperimento del professor Godwin Baxter. Ma ben presto, crescendo, sviluppa incontrollabili pulsioni sessuali e un’incontenibile curiosità per il mondo. Scappa così con Duncan Wedderburn, un avvocato dongiovanni, per una lunga avventura piena di sesso, scoperte, incontri e brutte esperienze che, nonostante tutto, non intaccheranno la sua purezza di spirito e il suo indomito carattere.
Bella è un eroina libera da pregiudizi e da sovrastrutture culturali, pura, senza filtri, compassionevole e perciò una pericolosa eversiva in una società ipocrita, misogina e patriarcale. Non bisogna lasciarsi distrarre dallo spunto narrativo da horror gotico (Frankenstein) o dall’ambientazione steampunk, perché il nocciolo del film sta da un’altra parte: Povere creature! è un calcio nelle palle alla società maschilista che è ancora qui con noi, è una versione più adulta e cattiva di Barbie (il film) e del suo femminismo plasticoso ed edulcorato. “Quindi desideri sposarmi o uccidermi? È questa la proposta?” dice Bella a Duncan che sta uscendo di senno solo perché lei si comporta esattamente come lui. Una frase di grande attualità.
Povere creature! è un film oltraggioso, divertente, ironico, grottesco, con una prima parte in un bianco e nero cupo di lynchiana memoria e un uso smodato di grandangoli estremi che neanche Terry Gilliam sotto acido. Quando parte l’avventura della protagonista si fa colorato, barocco, pieno di cieli pittorici, architetture stravaganti, piroscafi improbabili e tram volanti.
Ma gran parte del film sta sulle spalle di Emma Stone che ci mette anima e corpo e ci regala una performance memorabile, incarnando un’indimenticabile giovane donna che travolge tutto e tutti come un salvifico tornado.

Povere creature! (Poor things, USA, 2023)
Un film di Yorgos Lanthimos.
Con Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef.
Durata: 141 min.

mercoledì 3 gennaio 2024

Il viaggio di Mahito


Giappone, Seconda guerra mondiale. Il giovane Mahito, che un anno prima ha perso sua madre, si trasferisce con il padre Shoichi, nella residenza di campagna della zia Natsuko. Ben presto scopre che Natsuko, che aspetta un figlio da suo padre, sarà la sua matrigna, notizia che non allevia la sua sofferenza per la scomparsa della mamma. Nella sua nuova casa è servito da uno stuolo di “nonnine” (un personaggio immancabile nei film di Miyazaki) e perseguitato da uno strano airone cinerino. Nel giardino c’è un misterioso maniero in rovina costruito da un suo avo che, come scoprirà presto è un portale per entrare in un altro mondo.
Dopo un incipit drammatico e realistico, con qualche spunto autobiografico (Shoichi, come il padre del regista, dirige una fabbrica di forniture per aerei militari), il film vira decisamente nel fantastico, in uno di quei visionari mondi alternativi che sono quasi un marchio di fabbrica di Miyazaki, pieni di strani esseri, spiriti, nuvole e paesaggi surreali. La narrazione sinuosa, ellittica, quasi onirica, trascina lo spettatore in un vortice fantasmagorico pieno di invenzioni e poesia. Tutta l’avventura di Mahito può essere letta sia come una barocca elaborazione del lutto che come un viaggio dentro l’inconscio o un racconto di formazione rivisitato in chiave fantastica.
Splendidamente disegnato a mano, attento ai dettagli e con meravigliosi fondali pittorici, Il ragazzo e l’airone è un altro stupefacente capolavoro del grande maestro Hayao Miyazaki.

Il ragazzo e l’airone (Kimi-tachi wa dō ikiru ka, Giappone, 2023)
Scritto e diretto da Hayao Miyazaki.
Durata: 124 min.

lunedì 6 novembre 2023

Una donna italiana


Roma, maggio 1946. Delia è sposata con Ivano, un marito detestabile e manesco – "è nervoso, ha fatto due guerre". Lei s’industria tutto il giorno per metter insieme il pranzo con la cena, si occupa quotidianamente dei tre figli e del suocero infermo, bloccata in una vita infernale con pochissime gioie. Ma qualcosa sta per cambiare in Italia e Delia ne vuole far parte.
Il film mette subito le carte in tavola fin dalla prima fulminante scena, presentando il tono della pellicola e i suoi protagonisti. Nonostante la trama e la fotografia in bianco e nero da film neorealista, C’è ancora domani non ha molto da spartire con il genere. Affronta dei temi pesantissimi (e molto attuali come la liberazione della donna, la parità di genere, il ruolo delle donne in Italia) con la leggerezza della migliore commedia italiana, grazie ad una sceneggiatura precisa e affilata, un cast magnifico e delle ottime idee di regia. Ne è un esempio la sequenza astratta della violenza, trasformata in una straniante coreografia, che colpisce più di una scena esplicita, e l’uso molto creativo delle canzoni (quasi mai legate all’epoca in cui il film si svolge).
L’esordio alla regia della bravissima Paola Cortellesi è un piccolo gioiello, un raro caso di film che ti resta in mente per giorni dopo la visione, perfetto nel suo equilibrio tra dramma e commedia, tra risate e commozione. Affiancata nel film dall'altrettanto ottimo Valerio Mastandrea (odioso e terrificante come non mai), l’attrice e neo-regista ci regala un’opera prima di magistrale bellezza.

C’è ancora domani (Italia, 2023)
Un film di Paola Cortellesi
Con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni, Francesco Centorame
Durata 118 min. 

giovedì 12 ottobre 2023

Incontri ravvicinati col solito tipo


Anni Cinquanta. In una piccola immaginaria città del deserto americano, che vanta come unica attrazione un cratere provocato da un meteorite, si ritrovano vari personaggi. A causa dell’arrivo di un alieno, la cittadina viene messa in quarantena dall’esercito. Ecco la trama stringata dell’omonima piece teatrale di cui vediamo la genesi in questo nuovo oggetto cinematografico di Wes Anderson, che alterna riprese in bianco e nero (in formato 4:3) al colorato cinemascope dalla palette da cartolina vintage. Cervellotico quanto basta, divertente in alcuni dettagli, il film risulta po’ noioso, forse perché la cornice della storia (il work in progress dello spettacolo teatrale), seppure ben congegnata, raffredda e tiene a distanza le vicende dei personaggi principali, che ostentano una recitazione più straniata del solito. Sembra che tutti si muovano in un diorama, bellissimo e cromaticamente impeccabile, ma con sentimenti altrettanto posticci. Ad uno sguardo più attento però, ecco le crepe aprirsi in questo mondo apparentemente perfetto e controllato: la follia del mondo e la sua insensatezza irrompono come i funghi atomici all’orizzonte o come banditi inseguiti dalla polizia tra sirene e spari. E il buffo alieno è meno inquietante di un lontano Presidente che impone la quarantena militarizzata della città.
La confusione tra palco e realtà, tra attori e personaggi si fa sempre più grande nel corso del film. Verso la fine, il protagonista sconsolato si chiede il senso della commedia in cui recita e un senso forse non c’è, come nella vita.
Asteroid City è bello ma forse un po’ troppo controllato e programmatico nella costruzione della trama. Chi ama le palette sature e le simmetrie maniacali nelle inquadrature di Anderson, invece, non sarà deluso.

Asteroid City (USA, 2023)
Un film di Wes Anderson.Con Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Edward Norton, Adrien Brody, Liev Schreiber, Hope Davis, Steve Park, Rupert Friend, Maya Hawke, Steve Carell, Margot Robbie, Tony Revolori, Jeff Goldblum, Sophia Lillis, Willem Dafoe, Matt Dillon, Rita Wilson, Hong Chau, Fisher Stevens, Jarvis Cocker, Seu Jorge, Mellanie Hubert.
Durata 104 min. 

domenica 10 settembre 2023

Questo film è una bomba


 
Robert Oppenheimer è una figura complessa e sfuggente, resa con carismatica intensità da Cillian Murphy. Il film ne racconta luci ed ombre concentrandosi maggiormente sugli anni di Los Alamos e quelli del primo dopoguerra quando il fisico cade vittima del maccartismo. Nolan non fa sconti agli spettatori, intreccia tre linee temporali saltando avanti e indietro nella biografia dello scienziato con un montaggio che non permette distrazioni. Lo fa con un ritmo incalzante e un incedere dai toni epici sostenuto dalle superbe musiche di Ludwig Göransson. Come non bastasse, spadella una miriade di personaggi che da comparse diventano improvvisamente protagonisti in alcune sequenze fondamentali (come il David Hill di Rami Malek), mettendo a dura prova chi è a digiuno dell’argomento. Magari aver visto le due stagioni della splendida serie Manhattan aiuta un po’.
Se si tralascia l’intento di voler capire tutto e ci si lascia trasportare dalla vertiginosa narrazione di Nolan, il film ci trascina nel suo mondo lasciandoci senza fiato, grazie alla perfetta amalgama tra immagini, musica e suoni. Emblematico l’uso del sonoro e delle luci nella sequenza dedicata a Trinity, la prima denotazione della bomba atomica, ancora più stupefacente per la totale assenza di CGI – che si trova in altre scene ma in maniera molto limitata. Il responsabile degli effetti visivi ha preferito trucchi vecchia scuola alle scorciatoie della computer graphic, seguendo le indicazioni del regista.
Più vicino all’asciutto film di guerra Dunkirk che al cervellotico Tenet, Oppenheimer non scontenterà i fan del regista perché qui troveranno tutte le caratteristiche migliori del suo stile, usate per ritrarre un uomo bigger than life. Da vedere assolutamente al cinema.


Oppenheimer (USA 2023)

Un film di Christopher Nolan. 

Con Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Rami Malek, Florence Pugh, Benny Safdie, Michael Angarano, Josh Hartnett, Kenneth Branagh, Dane DeHaan, Matthew Modine, Dylan Arnold, Olli Haaskivi, Jason Clarke

Durata 180 min.