martedì 24 marzo 2009

In fondo al mar...



Diffidate dalle persone che non amano i gatti e da quelle che non amano Hayao Miyazaki, .
Il suo nuovo lungometraggio animato è uno spettacolo per gli occhi come poche volte capita di vedere. Disegni semplici, puliti ma curatissimi, sfondi pastello acquarellati a mano che infondono in questo cartone animato un calore d'altri tempi. Niente animazioni digitale, movimenti di macchina mirabolanti, 3D o altro, solo splendide sequenze con scene animatissime come la stupefacente apertura o la corsa di Ponyo bambina su minacciosi cavalloni a forma di pesce, destinata a diventare una delle immagini più iconiche del cinema di Miyazaki.
La storia del pesciolino che volle farsi bambina per amore è raccontata con pochi dialoghi, semplici, a portata di bambino, infarcita d'invenzioni fantastiche e a volte incomprensibili per noi adulti occidentali. Del resto questo è un film dichiaratamente per bambini. "Sì, ma giapponesi!" ha commentato mia moglie...
Andate a vederlo, fa bene all'anime!

Gake no ue no Ponyo (Giappone 2008)
Un film di Hayao Miyazaki.
Soggetto e sceneggiatura di Hayao Miyazaki
Musica di Joe Hisaishi
Durata: 100 min.

sabato 21 marzo 2009

Lui, lui e l'altra



"Diverso da chi" è una godibile commedia italiana che imbocca contromano i pregiudizi e le dinamiche di un improbabile triangolo tra una coppia di gay e una donna repressa tutta chiesa e famiglia. Lo scontro tra opposti si combatte anche sul piano politico. Piero,attivista gay, candidato sindaco per caso da un partito di centrosinistra pasticcione (è il PD, anche se nel film lo chiamano per pietà Unione Democratica), si trova affiancato da una Adele, rigida teocon stile Binetti (ma più avvenente). Saranno proprio i consigli di Remo - sensibile compagno di Piero - per attenuare lo scontro tra i due, che li porteranno uno nelle braccia dell'altra. Ne scaturirà una gran giostra di equivoci e gag paradossali, giocate sul carattere e, soprattutto, sulla sessualità dei due protagonisti.
I temi sono attuali - anche se la politica sembra averli rimossi -, lo svolgimento leggero ed elegante, grazie ad una sceneggiatura frizzante e un buon cast di attori. Bravi Filippo Nigro e Claudia Gerini, un po' imbambolato il protagonista Luca Argentero, ottimi i comprimari, tra i quali segnalo Antonio Catania e Giuseppe Cederna (nel ruolo del "gatto e la volpe" di partito). Una menzione per Francesco Pannofino (la voce di Clooney e mitico Renè Ferretti in "Boris") che interpreta un esilarante sindaco di centrodestra un po' macchietta (ma se penso al nostro Dipiazza...)
La retriva città del nord-est in cui è ambientato il film è Trieste, anche se non viene mai citata. La città è solo lo sfondo scenografico per una pellicola che poteva essere girata ovunque, ma per fortuna il regista esordiente Umberto Carteni evita l'effetto cartolina e sceglie anche location inedite.
Per una serata spensierata.

"Diverso da chi?" (Italia, 2008)
Un film di Umberto Carteni.
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci
Con Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Antonio Catania, Francesco Pannofino, Giuseppe Cederna, Rinaldo Rocco, Antonio Bazza.
Durata: 102 min.

martedì 17 marzo 2009

L'incredibile vita di Jacques Mesrin-01



La biografia a dir poco rocambolesca di Jacques Mesrin è raccontata da Jean-François Richet con un gangster movie dal ritmo incalzante. Split screen e specchi che moltiplicano il personaggio suggeriscono l'idea di un uomo dalle molte facce, tenero e violento, senza morale ma con una sua etica, impulsivo ma anche pianificatore di evasioni impossibili.
La sua vita è raccontata con molte elissi, alcune efficaci, altre meno: Jeanne, la sua compagna del periodo alla "Bonnie & Clyde" salta fuori dal nulla. Le inquadrature sono nervose, il montaggio forsennato nelle scene d'azione e qua e là si adotta uno stile nel girare un po' alla moda (sgranature, immagini mosse, grandangoli deformanti) ma tutto sommato efficace al racconto.
La performance di Vincent Cassel è notevole, quasi alla De Niro, nel trasformare anche il fisico secondo le esigenze del racconto. Perfetto nei ruoli da villain, qui da il suo meglio, con un personaggio tutt'altro che simpatico, ma di grande fascino. Depardieu giganteggia invece nel ruolo del boss parigino, "padre adottivo" di Mesrine.
La storia di Mesrine è divisa in due capitoli autonomi: il primo (L'istinto di morte) narra la nascita del mito Mesrine, dalle brutalità della Guerra d'Algeria (1959) alla clamorosa evasione dal carcere di massima sicurezza canadese (1969). In mezzo c'è la sua ascesa nel mondo della mala parigina, un matrimonio, tre figli, il carcere, un tentativo abortito di vita borghese, l'espatrio in Canada, un rapimento fallito, la fuga americana (stile "Sugarland Express") e la detenzione in un carcere stile Guantanamo (questi canadesi, chi l'avrebbe detto!).
Il film è godibile e spettacolare, restiamo in attesa del secondo capitolo "Nemico pubblico N°1 - L’ora della fuga" (in uscita il 17 aprile), che il regista preannuncia molto diverso nello stile.

L'Instinct de mort (Francia, Canada, Italia 2008)
Un film di Jean-François Richet.
Con Vincent Cassel, Cécile De France, Gérard Depardieu, Roy Dupuis, Elena Anaya.
Gilles Lellouche, Michel Duchaussoy, Myriam Boyer, Florence Thomassin, Ludivine Sagnier, Gilbert Sicotte, Abdelhafid Metalsi
Durata 113 min.

sabato 14 marzo 2009

L'ultima guerra del vecchio Clint



Il vecchio Clint dice che è l'ultima volta che fa l'attore, ma l'aveva detto anche per "Million Dollar Baby". Comunque non saprei chi altro avrebbe potuto interpretare Walter Kowalski, vecchio pensionato ruvido e dalla lingua tagliente, protagonista di "Gran Torino". Il suo bel grugno è una carta cinematografica che evoca tutti i suoi ruoli da duro precedenti: certe battute le può dire solo Clint Eastwood oppure l'ispettore Callahan.
Kowalski, che ha combattuto "i musi gialli" in Corea, si trova straniero in casa propria, ultimo bianco in un quartiere residenziale degradato e occupato - ironia della sorte - da orientali. Vedovo, con un pessimo rapporto con figli e nipoti, si troverà costretto a confrontarsi con i vicini di etnia Hmong, inizialmente trattati con razzistico disprezzo. Ma prima la giovane ragazza e poi il suo fratello minore, faranno breccia nel suo cuore inaridito, e lui si ritroverà "padre adottato" di una nuova famiglia.
E' una produzione modesta, senza divi, diretto in modo asciutto ed efficace da un Clint Eastwood in gran forma. Non è una commedia, ma non mancano le risate (gustosi i siparietti col barbiere italoamericano), il finale è prevedibile ma non banale.
Il film rappresenta un altro piccolo tassello della raccolta di storie di piccoli grandi americani raccontati con grande umanità da Eastwood nella sua lunga carriera di attore e regista.
Ignorato agli oscar, è imperdibile per i fan dell'inossidabile Clint, ma non scontenterà neanche gli altri.
La Gran Torino del titolo è una Ford coupé del 1972, scintillante reperto del sogno americano, gelosamente custodito dal protagonista nel garage di casa.

Gran Torino (USA 2008)
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Nick Schenk
Attori: Clint Eastwood, Cory Hardrict, John Carroll Lynch, Geraldine Hughes, Brian Haley, Brian Howe, Nana Gbewonyo
Fotografia: Tom Stern
Montaggio: Joel Cox
Durata: 116 Min

mercoledì 11 marzo 2009

C'erano una volta i supereroi



C'era una volta Superman, Batman e i loro amici in calzamaglia, che combattevano supernemici, eccentrici quanto loro nella scelta dell'abbigliamento. Immaginate ora un mondo alternativo in cui Nixon non è stato cacciato dallo scandao Watergate, l'America ha vinto in Vietnam e i super eroi esistono e nessuno se ne stupisce. Il governo li usa per i suoi affari sporchi e poi li pensiona per decreto. In questo mondo il nemico da combattere e l'umanità stessa, votata al suicidio con una guerra nucleare.
Watchmen, tratto dal romanzo a fumetti di Alan Moore scritto negli anni Ottanta, è intriso delle paranoie dell'epoca e del pessimismo cosmico dell'autore.
Per questo è solo in parte un film di supereroi. Questi sono supereroi per adulti, complessi, ricchi di contraddizioni e il costumino sembra più che altro solo un omaggio alla tradizione che una necessità per celarne l'identità. Quando sono intelligenti, sono anche megalomani e crudeli, quando hanno un etica di ferro nella caccia dei malvagi sono pure sociopatici violenti e brutali. Oppure sono semidei malinconici e distaccati, donne fragili, uomini dimessi e impotenti. Ma alla fine sono tutti splendidi e inediti personaggi.
Il film è interminabile ma senza noia, visivamente ricco, quasi barocco nella costruzione di inquadrature e sequenze impossibili senza qualche barbatrucco digitale. Il regista fa il furbetto citando qua e là Kubrick (la stanza del superuomo non a caso sembra quella di 2001 Odissea nello spazio e la sala della guerra del presidente Nixon è una replica di quella del Dottor Stranamore) ma lo perdoniamo. Inaspettatamente splatter nella rappresentazione della violenza, spiazza con scene che sono veri pugni allo stomaco, assolutamente inedite per un film del genere. Non è pellicola per signorine.

Watchmen (Canada, Gran Bretagna, USA 2008)
Un film di Zack Snyder
Con Jeffrey Dean Morgan, Patrick Wilson, Jackie Earle Haley, Carla Gugino, Malin Akerman, Billy Crudup, Matthew Goode Ruoli
Durata: 162 min.

martedì 10 marzo 2009

Una partita e una dipartita



Il film è la trasposizione cinematografica della pièce teatrale omonima di Cristina Comencini e si vede. Cast femminile all stars per un'amara analisi della condizione della donna, ieri e oggi. Madri borghesi apparentemente realizzate (secondo i canoni degli anni Sessanta) e le loro figlie in carriera fanno il bilancio delle loro esistenze: che tristezza! Ne escono ritratti di donne sempre frustrate, sia quando si immolano per la famiglia, che quando si spendono tutte per il lavoro. Gli uomini non si vedono ma sono fantasmi ingombranti nei dialoghi delle otto donne in scena.
Il film è diviso in due atti: prima le quattro madri, riunite per la rituale partita a carte, e poi le figlie, riunite per la dipartita di una delle genitrici di cui sopra. Monteleone traspone diligentemente il testo teatrale con poca inventiva dal punto di vista cinematografico (a parte il bel montaggio di sguardi alla fine). La forza del film è tutta nel cast di attrici di grande bravura.
La pellicola vale più di un corso prematrimoniale, ma attenti maschi, la vostra compagna potrebbe uscirne depressa.

"Due partite"
Regia di Enzo Monteleone
Con: Alba Rohrwacher - Carolina Crescentini - Claudia Pandolfi - Isabella Ferrari - Margherita Buy - Marina Massironi - Paola Cortellesi - Valeria Milillo Italia, 2009
Durata: 94 min