giovedì 28 febbraio 2013

Una fiaba sottosopra

C'erano una volta in una galassia lontana lontana, due mondi che orbitavano abbracciati ad un unico sole. Ognuno aveva la sua forza di gravità e le sue genti, che non potevano passare da un pianeta all'altro, anche se in alcuni punti i due mondi quasi si sfioravano. Un giorno un bambino del mondo di sotto fece amicizia con una bambina di sopra. Crescendo s'innamorarono uno dell'altra, ma l'odio tra i due mondi li divise, finché un giorno l'amore vinse sulla forza di gravità.
Romantica fiaba fantascientifica dal finale scontato, che ha la sua unica forza nello straordinario doppio mondo creato dal visionario regista Solanas. Già regista dello splendido corto L'homme sans tête, qui è al suo secondo lungometraggio.
L'idea surreale di due mondi capovolti uno sull'altro è visivamente intrigante, ma forse è più adatta a uno dei miei quadri che a un film. La meraviglia dura per un po', ma poi si arriva all'effetto tramonto: è bello perché dura poco, altrimenti ti romperesti le balle. Ecco, qui il tramonto dura per tutto il film, letteralmente. Infatti il sole è sempre basso sull'orizzonte (in cielo c'è sempre un mondo capovolto che incombe) e tutto è immerso in un'incantevole luce dorata neanche fossimo ne I giorni del cielo di Terrence Malick. Insomma, passata la meraviglia iniziale, ci vorrebbe uno straccio di trama originale, oppure, più coraggiosamente, nessuna trama, visioni oniriche, associazioni d'immagini, surrealismo sfrenato. Invece il film si dipana in una banalissima romantica storia d'amore impossibile che alla fine diventa – per magia – possibile. Per non parlare della non originalissima caratterizzazione socio-economica dei due mondi, metafora del nord ricco e capitalista che sfrutta il sud povero e straccione. Insomma, sembra palese che il regista si sia innamorato di questa sua (unica) idea, declinandola in tutte le varianti possibili (alcune molto riuscite e suggestive), trascurando però di rendere più accattivante la trama.
Upside Down resta solo uno spettacolo per gli occhi, con una riuscita ambientazione retrò, una fotografia curata e delle sequenze affascinanti come l'immenso ufficio speculare o la sala da ballo del Café des Dos Mundos. Un film adatto a cuori semplici, spettatori non troppo esigenti e surrealisti in pensione.

Upside Down (Canada, 2013)
Un film di Juan Diego Solanas.
Con Jim Sturgess, Kirsten Dunst, Timothy Spall, Blu Mankuma, Nicholas Rose.
Durata 107 min.

Per rifarsi, consiglio la visione del corto qui sotto.



L'homme sans tête (Francia, Argentina, 2003) di Juan Diego Solanas

mercoledì 6 febbraio 2013

Caccia a Osama

Kathryn Bigelow torna ad affrontare il tema delle guerre americane contemporanee (dopo l'ottimo The Hurt Locker) scegliendo ancora una volta un punto di vista originale. In Zero Dark Thirty racconta la caccia a Bin Laden da parte della CIA, seguendo le indagini di Maya, un'agente giovane e determinata, che vota dieci anni della sua vita nel tentativo di catturare il famigerato capo di Al Qaeda. Sappiamo come è andata a finire, più o meno…
Ne esce un film dal taglio più giornalistico e realistico del precedente. Un film meno pervaso dallo stile muscolare della Bigelow, ma sottilmente intelligente nel mettere in fila i fatti senza diventare mai didascalico. Non nasconde ipocritamente le cose orrende fatte dagli agenti americani per raggiungere dei risultati nella lotta al terrorismo. Anzi, sbatte subito in faccia agli spettatori una disturbante sequenza di tortura, facendola precedere dal buio cupo in cui s'intrecciano le vere voci delle vittime dell'11 settembre. È un accostamento un po' malizioso, ma di certo non avvalla l'uso della tortura, come ha sostenuto qualche critico distratto in America.
La regista regala il primo ruolo veramente importante all'ottima Jessica Chastain (già premiata per questo ruolo con un Golden Globe e candidata agli Oscar), che dà corpo e passione ad una donna abile e tenace, di cui sappiamo poco o nulla al di fuori del lavoro. Nonostante ciò, la sua bravura nel far intuire il non detto, dà spessore ad un personaggio che altrimenti rischierebbe di essere piatto e solo funzionale alla narrazione. E la Bigelow sembra voler sottolineare l'approccio femminile al lavoro d'intelligence, che si avvale di giochi d'astuzia e di un'incrollabile costanza, invece che dell'uso della forza bruta, un approccio che alla fine risulta vincente.
Il film si conclude con la lunga sequenza della cattura di Bin Laden, che – astutamente – non viene mai mostrato (se non di sfuggita) e lascia più dubbi che certezze nello spettatore, chiudendo con un significativo primo piano di Maya in lacrime, mentre torna a casa in perfetta solitudine.

Zero Dark Thirty (USA, 2012)
Un film di Kathryn Bigelow.
Con Jessica Chastain, Jason Clarke, Joel Edgerton, Jennifer Ehle, Mark Strong.
Durata 157 min.

sabato 2 febbraio 2013

Anche i reietti cantano

La spettacolare e ricca versione cinematografica dell'omonimo musical è un evento imperdibile per chi ama il genere, un film intenso ed emozionante, che non delude le aspettative. Del monumentale romanzo di Hugo, ambientato nella Francia turbolenta della Restaurazione, il musical tiene i personaggi principali e le vicende più commoventi e drammatiche, rendendo la narrazione ancora più intensa.
Il regista Tom Hooper (premio Oscar per Il discorso del re) alterna sapientemente mirabolanti sequenze da kolossal d'altri tempi a momenti intimi con piani ravvicinati sui protagonisti, frenetiche riprese con macchina a mano a scene quasi statiche. L'idea di non quasi usare mai il playback per il canto dona un'efficace intensità alle interpretazioni: una su tutte, la straordinaria performance attoriale e canora di Anne Hathaway (Fantine) che tocca il suo apice con la struggente "I Dreamed a Dream".
Di alto livello tutte le interpretazioni. Hugh Jackman (Jean Valjean) affronta con impeccabili risultati un tour de force fisico e canoro, mentre gli intermezzi comici della coppia Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter (i terribili coniugi Thénardier) sono godibili e perfettamente coreografati. Lascia il segno Samantha Barks, con la sua intensa "On My Own", mentre a Russel Crowe – vocalmente il più opaco del cast –  tocca l'ingrato compito di dar vita all'antipatico, e un po' stolido, sbirro Javert.
Nonostante i toni da melodramma, il regista ha scelto un registro realistico per scene e costumi, tanto che in certi momenti sembra di percepire il fetore in cui vivono i reietti della Terra. E come Hugo – probabilmente – va al Louvre a riguardarsi il celebre quadro di Delacroix (Il 28 luglio: la Libertà guida il popolo) che ha ispirato lo stesso scrittore. Il risultato alla fine è uno straordinario equilibrio tra il musical più classico e patinato e una messa in scena cruda che ha il pregio di preservare la genuinità dei momenti cantati, quasi si fosse a teatro.
Comunque a mia moglie è piaciuto molto: ha pianto tanto. E questo vale quattro stelle.

Les Misérables (Gran Bretagna, 2012)
Un film di Tom Hooper.
Con Amanda Seyfried, Hugh Jackman, Helena Bonham Carter, Russell Crowe, Anne Hathaway, Sacha Baron Cohen, Eddie Redmayne, Aaron Tveit, Samantha Barks, George Blagden
durata 152 min.