lunedì 27 settembre 2010

Il sogno è il mio mestiere


Cobb (DiCaprio) fa il ladro di segreti, violando in sogno l'inconscio delle sue vittime. Ma Mr. Saito (Watanabe) gli affida un incarico molto più difficile: innestare nella mente del figlio di un magnate morente un'idea che lo induca a smembrare l'impero economico del padre. Cobb mette su una squadra per mettere a segno il colpo. Questo è lo spunto narrativo (quasi da heist film*) per un affascinante e onirico viaggio nelle profondità del subconscio umano. Il film di Christopher Nolan è costruito a scatole cinesi, con sogni dentro sogni dentro sogni, una messa in abisso continua e labirintica che fa perdere la cognizione di quello che è vero e quello che è sognato (non a caso l'architetto incaricato di creare l'ambiente dei sogni si chiama Arianna). Insomma, se vogliamo il film è anche una riflessione sul mestiere del cinema, visto come una fabbrica di sogni.
Dal punto di vista visivo Inception è un'opera molto raffinata, con ambienti alla Escher, sequenze mirabolanti ma iperrealistiche (come la scena del corridoio d'albergo) o assolutamente surreali (Parigi che si accartoccia su se stessa).
Meno cervellotico di quello che può sembrare – e meno innovativo, dal punto di vista del linguaggio filmico, di Memento - Inception è comunque un film che richiede molta attenzione allo spettatore, restando però sempre molto spettacolare e intrigante. Nonostante l'originalità della trama, i temi di fondo sono debitori a certe opere di Philip K. Dick, grande indagatore del confine tra realtà e delirio, nonché creatore di geniali mondi onirici o paranoici. E questo è forse uno dei film più intrisi della sua poetica, perfettamente incarnata dal tormentato protagonista. Viste le tematiche, stupisce il clamoroso successo americano del film (oltre 287 milioni di dollari, finora).
Da vedere con piacevole attenzione.

Inception (USA / Gran Bretagna, 2010)
Un film di Christopher Nolan.
Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page, Tom Hardy, Cillian Murphy, Tom Berenger, Michael Caine, Lukas Haas
Durata 142 min.

* Film incentrati su un gruppo di persone intenzionate a rubare qualcosa.

domenica 12 settembre 2010

La solitudine è matematica



Il film, tratto dall'omonimo best-seller di Paolo Giordano (che qui sceneggia con il regista), segue le tormentate vite di Mattia e Alice, dall'infanzia all'età adulta. Entrambi sono segnati da un evento drammatico, avvenuto quando erano piccoli, e che li ha cambiati per sempre. Mattia, geniale studente impacciato e solitario, conduce una vita ai limiti dell'autismo, punendo il suo corpo con tagli e ferite. Alice è una timida ragazza zoppa che umilia il suo corpo con l'anoressia. Finiranno per incontrarsi, ma la loro relazione (impossibile) non sarà facile, anche se, alla fine del film, sembra avere delle timide possibilità di sviluppo.
La pellicola traspone piuttosto fedelmente il romanzo, prendendosi solo la libertà di sfrondare qualche episodio e di rimontare in modo non cronologico gli avvenimenti. Scelta astuta, perché i primi splendidi capitoli del romanzo scivolano in avanti, creando il climax giusto per presentare allo spettatore l'intimo buco nero che ha inghiottito le esistenze dei due giovani, lasciandoli poi sopravvivere nelle loro gabbie di solitudine e dolore.
Non era facile dare vita a dei personaggi così estremi e "letterari", ma il regista ha trovato il modo di raccontarli senza troppe parole, senza spiegare troppo, lasciando parlare le immagini (a tratti originalmente visionarie), e lavorando molto sugli attori, soprattutto sul loro corpo. Notevole il lavoro fatto da Alba Rohrwacher (alla fine del film esibisce un corpo dalla magrezza impressionante) e da Luca Marinelli (ingrassato – dice lui – fino a 99 kg), per raccontare "fisicamente" l'interiorità dei loro personaggi. Lei ha gesti nervosi, sguardi sfuggenti, si muove sgraziata in un mondo ostile. Lui ha una gestualità bloccata, uno sguardo quasi catatonico e si muove lentamente come uno zombie in una realtà che sembra gli sia indifferente. Bravi anche i "doppi" più giovani, soprattutto il Mattia bambino e l'Alice adolescente.
Colonna sonora stravagante ma efficace, con minimali interventi elettronici di quel diavolo di Mike Patton (ex cantante dei Faith No More e di altre cento band). Segnalo, per deformazione professionale, il brutto e insipido manifesto del film (un ammasso di intellegibili verzure contro il cielo), che fa rimpiangere l'azzeccata copertina del libro (una delle più imitate degli ultimi anni). Film di buon livello e grande prova d'attori. Non deluderà i fan del romanzo e affascinerà gli altri.

La solitudine dei numeri primi (Italia, Francia, Germania, 2010)
Un film di Saverio Costanzo.
Con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Giorgia Pizzo, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi, Giorgia Pizzio
Durata 118 min.

martedì 7 settembre 2010

Mercenari sentimentali



Lo so, sarei dovuto andare al cinema a vedere un film fighetto come Somewhere della Coppola. Ma ho avuto la sensazione che fosse più palloso di Lost in translation e allora mi sono fatto coraggio e ho affrontato senza vergogna l'ultima opera di Stallone. Che è meno peggio di quello che uno si potrebbe aspettare.
The expendables è un tipico film d'azione anni Ottanta uscito da una perversa macchina del tempo, che mantiene giovane la pellicola ma non i suoi muscolosi protagonisti, insomma un oggetto un po' surreale. Per il resto c'è tutto: morti tanti al chilo, esplosioni a go-go, dittatori cattivi, giovani fanciulle da salvare, duri dal cuore tenero, la tipica trama di un film del genere, infarcita di personaggi poco credibili e azioni incredibili. Ma poi dentro tutto quel macello ti ritrovi un piccolo gioiello come il monologo di Mickey Rourke o la gustosa scenetta del trio Stallone/Willis/Schwarzenneger, infarcita di battute extrafilmiche (Willis, riferendosi a Schwarzenegger: "Perché è così occupato?" Stallone: "Vuole diventare il Presidente degli Stati Uniti") e pensi che il vecchio Sly non è rincoglionito del tutto.
Ovviamente è un film ad alto contenuto di testoterone (mai visti tanti duri tutti insieme) ma che (per fortuna) non si prende troppo sul serio e che evita le terribili patetiche scene di certi film di Stallone, che vorrebbero commuovere ma che invece fanno involontariamente ridere. Tutto sommato un film onesto, non il miglior di Stallone, ma certo non il peggiore. Da guardare, senza troppi pregiudizi.

The Expendables (USA, 2010)
Un film di Sylvester Stallone.
Con Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Eric Roberts, Randy Couture, Steve Austin, David Zayas, Giselle Itié, Terry Crews, Mickey Rourke, Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger,
Durata: 103 min.