martedì 24 gennaio 2012

Storie di ordinario razzismo


Mississippi, primi anni Sessanta. Eugenia "Skeeter" Phelan (Emma Stone) torna alla sua città natale fresca di laurea e trova lavoro nel giornale locale come autrice di una rubrica di consigli domestici. Ma l'ambiziosa fanciulla vuole di più e decide di scrivere un libro che dia voce alle cameriere di colore. Ci riuscirà con l'aiuto di Aibileen (Viola Davis), vera protagonista del film.
The Help è la lotta per i diritti civili vista nella quotidianità spicciola delle tate e delle cameriere di colore, ancora schiave di bianche frustrate desperate housewives di provincia. La violenza non è quella di Mississippi Burning, ma le continue angherie e il gretto razzismo di queste mogli annoiate e perfide. Le quali lasciano allevare i loro figli ariani alla cameriera negra, ma vietano a quest'ultima di usare la loro toilette: la stupidità del razzismo crea dei paradossi grotteschi. Appare quasi incomprensibile come tutti questi bambini, una volta adulti, diventino a loro volta gli aguzzini di chi di fatto gli ha allevati. Nell'analisi della banalità del male sta la forza di un film altrimenti non particolarmente originale, privo di grandi guizzi, con una struttura molto tradizionale, che alterna sapientemente scene madri e battute argute. The Help è un classico film per signore, ben confezionato e che sembra fatto apposta per vincere un paio di Oscar (quattro le nomination). È un film corale – quasi totalmente al femminile – dal cast ragguardevole, nel quale spiccano le interpretazioni di Bryce Dallas Howard (la cattiva del film), Jessica Chastain (la bianca reietta Marylin di provincia) e Octavia Spencer (la cameriera ribelle), che ha appena vinto un Golden Globe per questo ruolo. Forse l'aspetto seccante di una storia così politicamente corretta (produzione Disney) è il messaggio che sottende: ci vuole un bianco per dar voce alle persone di colore, come se queste non fossero mai in grado di esprimersi da sole. Leggermente razzista, no?

The Help (USA, 2011)
Un film di Tate Taylor.
Con Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain, Ahna O'Reilly, Allison Janney, Anna Camp, Chris Lowell, Cicely Tyson, Mike Vogel, Sissy Spacek.
Durata 137 min.

giovedì 5 gennaio 2012

Vizi pubblici, private virtù



Efficace biopic di uno degli uomini americani più potenti del Novecento, il creatore e il padrone assoluto del FBI per quasi cinquant'anni, J. Edgard Hoover. Il film di Eastwood, grazie ad una sorprendente interpretazione di DiCaprio, ci regala un ritratto impietoso di un personaggio contraddittorio e complesso. Hoover non è per niente simpatico, ma Eastwood, poco a poco, ce lo rende umano, mettendo in scena tutte le sue debolezze e una vita arida di sentimenti. L'uomo pubblico è votato alla giustizia e persegue l'ambizioso e visionario (per l'epoca) progetto di un ufficio investigativo federale, basato su indagini scientifiche e sulla raccolta centralizzata di informazioni su criminali e presunti tali. Lo realizzerà giocando bene le sue carte e spesso giocando sporco: i suoi dossier privati lo faranno restare al capo del FBI durante il mandato di ben 8 presidenti. L'uomo privato è devoto ad una madre più ambiziosa di lui, non ha amici e non ama le donne.
Le sue imprese pubbliche il film ce le racconta con l'espediente di un'autobiografia, ma Hoover, come scopriremo alla fine, non è un narratore affidabile. La vita privata invece, ci viene mostrata senza filtri. Eastwood racconta con grande delicatezza il rapporto tra Hoover e il suo braccio destro Clyde Tolson, ed è proprio questa la chiave per creare un minimo di empatia in noi verso questo uomo potentissimo, ma terribilmente solo e straziato, che cerca di reprimere la sua omosessualità.
Grande performance di DiCaprio, che interpreta Hoover durante tutto l'arco della sua esistenza (complimenti ai truccatori), e rimane sempre credibile. Grande film di Eastwood, capace come pochi nel narrare le contraddizioni del suo Paese. Un'opera lucida, profonda, rigorosa e piena di pathos, con alcune sequenze (il vestito della madre morta, lo scontro tra Hoover e Tolson, la morte del protagonista) che già da sole valgono il biglietto. Da vedere.

J. Edgard (USA, 2011)
Un film di Clint Eastwood.
Con Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Armie Hammer, Josh Lucas, Judi Dench
Durata: 137 min.