martedì 1 ottobre 2013

Il circuito della vita

Rush racconta l'epica sfida tra Lauda e Hunt sui circuiti della Formula 1 nella seconda metà degli anni Settanta, uno scontro tra due stili di vita e di guida. Doppia biografia intrecciata dei due piloti, le cui vite avranno esiti molto diversi.
Il film di Ron Howard, sostenuto dall'ottima e solida sceneggiatura di Peter Morgan (quello di Frost/Nixon e The Queen), non è solo un omaggio ad uno degli sport più cinematografici che si possano immaginare, ma anche la cronaca appassionata di uno scontro tra due campioni dai caratteri diametralmente opposti. Hunt è un simpatico sbruffone, bello e fascinoso, spericolato nella vita e in pista, vive alla giornata, gareggia sfidando la morte e vuole godersi fino in fondo tutti i frutti che la fama e la ricchezza gli porta. Lauda è arrogante e antipatico, un freddo calcolatore, ma determinato e competente, dalla vita seria e (quasi) noiosa. Entrambi pecore nere di famiglie ricche, hanno due stili di vita speculari e due modi opposti di intendere lo sport, ma in fondo sono due campioni che si ammirano e si rispettano a vicenda.
Il film racconta la loro rivalità dalle prime prove in Formula 3 sino al drammatico campionato del 1976, durante il quale duelleranno fino alla fine. Quella stagione viene ricordata anche per il terribile incidente a Lauda e dalla sua incredibile "resurrezione", che il regista mette in scena in modo crudo e realistico, mostrandoci di che pasta è fatto quell'austriaco testardo.
La messa in scena impeccabile ci porta in un'epoca lontana, dove i piloti rischiavano veramente la vita ad ogni corsa, ci trascina nell'abitacolo delle monoposto, con riprese impossibili a quei tempi, e con un coinvolgimento tale che pare di sentire l'odore di benzina.
Quel bisteccone di Chris Hemsworth dà corpo – e che corpo, le signore ringraziano per la generosità con cui lo espone – ad un credibile Hunt, mostrando doti attoriali che superano il menar il martello di Thor, mentre il bravo è Daniel Brüh, con muso da topo e volto perennemente imbronciato, è un Lauda simpaticamente sgradevole e geniale.
Rush, nella miglior tradizione di Howard, è un film non particolarmente innovativo, ma è appassionante, ben girato e molto divertente. Piacerà a tutti, anche a chi non importa un fico secco della F1, perché parla di come gli uomini possono affrontare la vita e la morte.

Rush (USA, Gran Bretagna, Germania 2013)
Un film di Ron Howard.
Con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino.
Durata 123 min.

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