martedì 17 ottobre 2017

Una biografia dipinta


Un anno dopo la morte di Vincent Van Gogh, Armand Roulin viene incaricato dal padre di consegnare a Theo Van Gogh una lettera da poco ritrovata del pittore. Questo lo spunto per raccontare gli ultimi anni di vita dell’artista, attraverso le testimonianze – spesso contraddittorie – delle persone che l’hanno conosciuto e che lui ha ritratto. Tale espediente narrativo, che sembra preso pari pari da Quarto potere di Orson Welles, permette di inserire il maggior numero possibile di ritratti nel film, grazie al fatto che Van Gogh ha usato come modelli molte delle persone che incontrò sul suo cammino, dal postino Roulin al dottor Gachet.
Ma il punto forte del film non è certo la trama, ma la sua tecnica. Infatti Loving Vincent anima letteralmente un'impressionante serie di capolavori ridipingendoli fotogramma per fotogramma. Centinaia di pittori hanno materialmente dipinto tutto il film a olio su tela, grazie anche al supporto di sofisticate tecniche digitali, ma sostanzialmente realizzando tutto il lavoro a mano. Questo permette di addentrarci nei più noti dipinti di Van Gogh, o di vedere i suoi ritratti più celebri prender vita e diventare protagonisti di un'indagine sulla sua morte. Il trucco non sempre funziona bene: è impressionante quando aderisce allo spazio pittorico piatto e deformato dell’artista, muovendo solo alcune parti del quadro, o quando la “macchina da presa” entra in un dipinto, un po’ meno quando propone scene di azione più complesse (avvalendosi della rodata tecnica del rotoscope che si basa su filmati di attori ridipinti) o nei flash back in bianco e nero (molto raffinati ma più vicini al cinema noir che alla pittura vangoghiana).
Nei momenti migliori sembra di essere davanti ad un quadro stregato: la pennellata e la matericità della pittura sono così fisiche che sembra quasi di sentire l’odore dell’olio di lino. Il film è il più grande, eccentrico ed affettuoso tributo all’opera di Van Gogh mai visto e una tangibile testimonianza del grande amore popolare di cui gode la sua arte oggi. Da vedere.

Loving Vincent (Gran Bretagna / Polonia, 2016)
Un film di Dorota Kobiela, Hugh Welchman.
Con Aidan Turner, Helen McCrory, Saoirse Ronan, Douglas Booth, Jerome Flynn.

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